Innovazione

Addio intrusi nelle foto! Ma attenzione: il fotoritocco può riservare brutte sorprese

"Clean Up" è una funzione di fotoritocco che attraverso l'IA rimuove gli intrusi dai tuoi scatti, ma le immagini posso essere manipolate anche per ingannare.

Non occorrerà più essere esperti di Photoshop per rimuovere persone sullo sfondo delle foto: Apple ha lanciato una nuova funzione chiamata "Clean Up", integrata nell'app Foto (per alcuni modelli aggiornati). Con pochi tocchi è possibile rimuovere elementi indesiderati da un'immagine: un passante, una bottiglietta dimenticata sul prato, un cartello stradale. Il sistema analizza la scena grazie all'intelligenza artificiale generativa, suggerisce cosa potrebbe essere stato coperto nell'inquadratura e poi completa automaticamente lo sfondo circostante. Un'operazione che, fino a poco fa, richiedeva software avanzati e una certa dimestichezza con il fotoritocco, è oggi invece alla portata di chiunque.

Modifica istantanea. Non è la prima volta che strumenti del genere arrivano sugli smartphone, ma la vera svolta è l'integrazione nativa: nessuna app da scaricare, nessun acquisto aggiuntivo. Bastano pochi tocchi nella galleria per modificare una foto, e il risultato può essere sorprendentemente realistico. Apple, però, non è sola.

Anche Google (sistema operativo Android), con il suo Magic Editor disponibile sui Pixel 8 e 8 Pro (e in arrivo su altri modelli), consente di spostare oggetti, modificarne il colore, cambiare l'illuminazione o sostituire interi sfondi.

Samsung, invece, offre la funzione "Object Eraser" direttamente nella Galleria di molti Galaxy di fascia alta, per eliminare elementi indesiderati in modo semplice. Esistono poi app di terze parti come Snapseed o Photoshop Express, anche se spesso meno efficaci. L'editing assistito dall'IA sta diventando una comodità diffusa, e questo pone nuove domande...

Prove falsate. Se è vero che da sempre l'immagine può essere manipolata, la facilità d'uso di questi strumenti sta cambiando il nostro mondo: modificare una foto, infatti, richiederà presto meno tempo che scrivere un messaggio. Questo facilita anche operazioni ingannevoli: si può eliminare una macchia da un vestito, rimuovere un graffio da un'auto, persino cancellare una persona da una scena. Alcuni usano questi strumenti per togliere watermark protettivi (una sorta di "filigrana" digitale), alterare prove o creare finti scontrini da presentare come rimborso. Ma se l'intelligenza artificiale è in grado di generare immagini plausibili, dobbiamo chiederci quanto possiamo ancora fidarci di ciò che vediamo.

Occhio ai dettagli. Se dunque cancellare un turista da una foto per avere uno scatto più "pulito" può sembrare innocuo, la domanda principale diventa: dove finisce il ritocco estetico e dove inizia la manipolazione? E, soprattutto, come fare a difendersi dai raggiri che ne potrebbero derivare? Per capire se un'immagine è stata modificata, si possono cercare dettagli incoerenti: ombre strane, contorni sfocati, duplicazioni involontarie.

Chiedere più versioni della stessa scena, da angolazioni diverse, può aiutare a verificarne l'autenticità, mentre in casi sospetti – come ricevute o documenti – una semplice ricerca online può rilevare l'inganno. E anche se in futuro saranno certamente disponibili sistemi automatici di verifica, un po' di buon senso resta sempre il primo strumento per difendersi.

30 aprile 2025 Simone Valtieri
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