Roma 12 dic. (AdnKronos Salute) - Da 'Stayin Alive' dei Bee Gees, a 'Smooth Operator' di Sade, fino a 'Comfortably Numb' dei Pink Floyd e 'Wake Me Up Before You Go Go' degli Wham. Sono le canzoni preferiti dai chirurghi e che non possono mancare nella playlist diffusa in sala operatoria. Mentre sono da evitare 'Another One Bites the Dust' dei Queen, 'Everybody Hurts' dei Rem e 'Scar Tissue' dei Red Hot Chili Peppers. I suggerimenti arrivano da una ricerca dell'University Hospital del Galles, pubblicata sul 'Bmj'.
Fin dal 4mila a.C., quando si intonava il canto 'halleluijah' al guaritore, la musica ha sempre fatto parte dell'attività medica, sottolineano gli autori. E alcuni studi hanno dimostrato i benefici delle note in sala operatoria, perché riescono a distendere la tensione e a calmare i camici verdi.
Secondo la ricerca, la musica viene scelta dal chirurgo che guida il team che opera il paziente ed è presente per il 62-72% del tempo. Circa l'80% dello staff chirurgico (infermieri, anestesisti e ferristi) concorda sul fatto che la musica apporta un beneficio durante il lavoro, migliorando anche le prestazioni. Ma c'è anche un fronte contrario: gli amanti del silenzio. Questi sostengono che durante l'intervento l'ascolto della musica "impegna una parte consistenza della mente e riduce quindi la vigilanza e l'attenzione del chirurgo".