Gatti
Il gatto (nome scientifico Felis silvestris catus) è l'animale domestico più diffuso al mondo: circa 600 milioni di individui dei quali circa 100 milioni in Europa, 90 in Usa e 8 in Italia.
Ad alcuni il gatto proprio non piace, ma sono molti di più coloro che lo amano. Si calcola che in tutto il mondo ci siano ben 600 milioni di gatti domestici (un numero enorme, quasi il doppio degli abitanti degli Stati Uniti). Insomma, è il più diffuso animale da compagnia, eppure su questo felino persiste tuttora un alone di mistero che avvolge l'origine del rapporto con l'uomo. Ecco alcune curiosità e a seguire le ultime notizie sui gatti.
Le razze dei gatti domestici Le razze del gatto non sono state selezionate con criteri di utilità, ma soltanto estetici: lunghezza, colore e disegno del mantello. La suddivisione più semplice è basata sulla lunghezza del pelo che può essere lungo, semilungo o corto. Alla prima categoria appartiene solo il Persiano, con tutte le sue varietà di colore. Nella seconda, si trovano le razze più diffuse come il Norvegese delle foreste, il Maine Coon e il Ragdoll, e anche quelle meno diffuse ma note agli appassionati come il Turco Van, il Sacro di Birmania e il gatto d'Angora. I gatti a pelo corto, invece, sono i più numerosi: Siamese, Certosino, Abissino, Blu di Russia e, soprattutto, il gatto europeo che discende direttamente dal gatto selvatico. La classifica delle razze più diffuse nel mondo è stilata dalla Cat Fanciers's Association.
Comportamento del gatto Per convivere con il nostro micio è importante imparare il gattese, interpretando il suo linguaggio vocale e quello del corpo. Un miagolio, per esempio, potrebbe essere una richiesta di attenzioni alla quale è meglio rispondere con una carezza o facendolo giocare. Non è detto, infatti, che il gatto abbia fame, ed è bene stare attenti: un gatto abituato a venire nutrito non appena miagola è destinato all'obesità. E quando fa le fusa? Non sempre le fusa indicano benessere: a volte esprimono noia, stanchezza o perfino dolore. Segnali positivi più certi sono buttarsi a terra e mostrare la pancia, e strusciarsi con la testa o "fare la pasta" contro il nostro corpo.
I gatti nella storia La storia del gatto inizia circa 12.000 anni fa, quando questi felini si sono avvicinati - in cerca di cibo - agli insediamenti umani nella Mezzaluna Fertile, la regione compresa tra Egitto e Arabia Saudita. La convivenza con l'uomo, però, è iniziata in Cina 5.300 anni fa. La prova? In un villaggio agricolo gli archeologi hanno scoperto ossa di gatti e delle loro prede, i topi. La domesticazione dei gatti risale invece a circa 3.500 anni fa, in Egitto: vivevano coccolati e mantenuti da regine e faraoni ed erano venerati come dei. Furono i Romani a portarli in Europa come animali da compagnia -, favorendone quindi la diffusione nel continente e, a partire dal XV secolo, durante l'età d'oro delle esplorazioni geografiche, un gatto era una presenza immancabile sulle navi: teneva sotto controllo la popolazione di ratti a bordo. Inspiegabilmente, nel Medioevo il nostro rapporto con i gatti si è incrinato: in Europa, la superstizione li voleva associati al demonio e così ne furono bruciati vivi a milioni. Come è poi successo con i cani, però, la rivoluzione industriale e l'urbanizzazione di interi continenti hanno portato solo benefici al rapporto tra uomo e felino, diventato l'animale domestico cittadino per eccellenza.
Curiosità sui mici Si dice che siano animali"distaccati", che richiedono poca attenzione e possono stare per ore da soli senza soffrire troppo: ricerche recenti, invece, dimostrano che i gatti preferiscano trascorrere il tempo con gli umani piuttosto che con cibo o giochi; e che sono tanto più affettuosi quante più cure ricevono dai padroni, dei quali, inoltre, sono in grado di riconoscere l'umore. E ancora: distinguono il loro nome da parole simili - che hanno la stessa lunghezza, ritmo e intonazione -, anche se a pronunciarlo non è il padrone, e riconoscono le persone vicino a loro anche solo in base alla voce. Infine, notano i movimenti delle mani: se il padrone indica un oggetto vanno a guardarlo (come i cani) ma, nel 70% dei casi riescono pure a seguire le indicazioni date con lo sguardo.