Tecno-prodotti

Un minirobot per salvare il nucleare

L'incidente alla centrale nucleare di Fukushima, in Giappone, ha messo a nudo la fragilità sia dei sistemi di controllo, sia di quelli di soccorso. Il...

In seguito allo scoppio in tutto il mondo si è alzato il livello di attenzione, e sono stati controllati tutti gli impianti esistenti. Negli Usa, per esempio, oltre tre quarti dei104 impianti hanno rivelato di avere problemi. Barak Obama è un convinto sostenitore dell'energia nucleare. Ha tra l'altro ricevuto 227 mila dollari dalla compagnia di produzione di elettricità Exelon Corporation per la sua campagna elettorale. E ha interpretato quello che è successo in Giappone come uno dei tanti incidenti che possono capitare. Tuttavia l'industria nucleare americana, preoccupata, ha dato il via a una serie di verifiche, soprattutto sugli impianti che hanno superato i 30 anni di età, un quinto del totale.
Per procedere senza mettere a rischio i tecnici, gli esperti dell'Aberloff laboratory hanno dato il via a una ricerca sulla possibilità di utilizzare piccoli robot, della grandezza di un uovo, in grado di entrare nel reattore, seguire le condotte sotterranee nelle quali circola l'acqua di raffreddamento, e identificare eventuali corrosioni con l'aiuto di una telecamera. L'unica alternativa infatti è quella di riportare in superficie le tubature e controllarle a vista, un'operazione che ha altissimi costi. Il prototipo è stato presentato alla Conferenza internazionale di robotica e automazione tenutasi a Shanghai alla fine di maggio 2011. Il sistema di propulsione del robot si basa su una serie di valvole che si trovano sulla sua superficie. Le valvole modificano la direzione nel flusso dell'acqua grazie a una leggera modifica della pressione e possono essere aperte o chiuse per muovere il robot in una direzione. Le immagini possono essere analizzate a fine missione, ma anche in tempo reale, grazie a un sistema di comunicazione wireless. Il robot può anche ruotare su se stesso, per prendere immagini in tutte le direzioni. In questo modo dovrebbe essere possibile identificare il danno più frequente, ovvero la perdita di gas e liquidi radioattivi. Un problema che sia in Giappone che negli Stati Uniti si è verificato frequentemente, che crea gravi problemi alla salute delle persone e che purtroppo spesso non viene neppure classificato come incidente.. L'alto grado di rischio dell'energia nucleare insomma non sarà risolto, ma forse si potrà in parte limitare.

25 luglio 2011 _ Tbit
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