Le compagnie hi-tech cercano di avere un’ubiqua presenza sul mercato e, per rimanere nella mente delle persone, anche le parole hanno un loro peso.
“Una lotta tra Apple e Microsoft sui vocaboli generici utilizzati in esclusiva commerciale”
Diatriba sui vocaboli – Tra Apple e Microsoft è in corso una battaglia letteraria sui vocaboli utilizzati. L’uso di termini comuni è sempre una scelta commercialmente rischiosa e, dopo il prefisso “i-“ imposto da Apple per i suoi prodotti, la lotta tra i due Big del mercato si sposta sul termine “app store”.
Nomi brevettati – Secondo Microsoft il termine “App Store” non è giusto che venga brevettato e utilizzato in esclusiva da Apple per nominare solo il suo negozio di applicazioni, dovrebbe essere invece utilizzato per tutti i negozi online che vendono applicazioni mobili. D’altro canto Apple risponde a Microsoft porprio oggi e ricorda al mondo che pure l’azienda di Richmond utilizza da diversi anni un nome fin troppo generico, per identificare il suo più popolare sistema operativo: Windows.
Nomen omen – E, come afferma ufficialemente la casa di Cupertino, al momento del debutto, non c’erano altri “App Store” al di fuori di Apple. Come è anche vero che “App Store”, secondo l’esperto linguistico Robert Leonard, è un termine che viene utilizzato per indicare il negozio digitale di Apple, in quanto è anche contrazione del nome della Mela. E, sempre rimanendo al tema dei nomi comuni e dei negozi virtuali, Microsoft utilizza il termine Marketplace, che è sempre un termine generico, per il suo Store. La battaglia di parole continua.