Spine e prese elettriche non seguono uno standard internazionale: se viaggiate molto lo saprete bene, se state per partire, attenzione, perché è possibile che la spina dei vostri apparecchi non sia compatibile con le prese che troverete. Ogni Paese (o quasi) ha infatti il “suo” tipo e qualcuno anche più di uno...
All'inizio fu la vite. La prime vere spine elettriche apparvero in Gran Bretagna a fine ’800, mentre l’americano Harvey Hubbell brevettò altri modelli nel 1904 negli Usa.
Fino a quel momento nelle case la corrente era impiegata prevalentemente per l’illuminazione e i primi elettrodomestici venivano collegati alla rete elettrica con un attacco a vite, come quello delle lampadine.
I nuovi sistemi, invece, rispondevano all’esigenza di rendere i collegamenti più pratici e sicuri.
Solo più tardi arrivò la spina con tre lamine, che prevedeva il collegamento di terra necessario per prevenire il pericolo di scosse. Negli anni successivi in (quasi) ogni Paese i progettisti svilupparono modelli tenendo conto più delle tecnologie disponibili che della possibile incompatibilità con i sistemi impiegati all’estero.
In futuro? sempre uguale! Ancora negli anni Cinquanta, per esempio, la Gran Bretagna creò un suo standard che ignorava completamente quelli in uso altrove. E lo stesso capitò in altri Paesi. Ma anche dopo che viaggiare è diventato un fenomeno di massa (e questa “bizzarria” tecnologica si è trasformata in un vero problema pratico), ognuno ha continuato a sviluppare il proprio tipo di spina, soprattutto per ragioni economiche, anziché puntare su uno standard comune.
Arriverà mai, un giorno, la spina universale? Difficile, in realtà. Anche se tutti i Paesi dovessero mettersi d’accordo, resterebbe il problema della corrente, che, anche quella, non è la stessa in tutto il mondo. Per ragioni legate alla disomogeneità tra tensioni e intensità, chi viaggia molto continuerà ad avere a che fare come minimo con due spine: una per i 110 volt, con le lamine piatte, e una per i 240 volt, con gli spinotti cilindrici.