di Luca Busani
Il CES di Las Vegas è diventato la Champions League dell’hi-tech? Ora non più perché i giganti dell’elettronica che conta, tra crisi economica ed eventi online, hanno iniziato a snobbare la manifestazione. Qual è, quindi, il futuro che ci aspetta?
"È lo stesso progresso tecnologico che
C’è grossa crisi - La crisi non sta risparmiando proprio nessuno, neppure quello che fino all’anno scorso era considerato l’evento tecnologico più atteso dell’anno. Il CES 2013, che si sta tenendo in questi giorni a Las Vegas, verrà sicuramente ricordata come una delle più sottotono degli ultimi anni. Attenzione, però, perché non è solo colpa della situazione economica globale, ma piuttosto della naturale evoluzione della sua platea e dei mezzi di informazione di massa.
sta cannibalizzando il CES"
Assenti eccellenti - Non è, quindi, un problema di denaro, perché gli stand non sono deserti, né abbandonati e sono stati comunque allestiti in modo sfarzoso, eppure tutti i marchi più influenti del settore per la prima volta non si sono presentati a Las Vegas. D’altra parte, chi conta di più adesso non è tanto chi produce hardware, quanto chi sviluppa software e offre servizi via Internet: l’assenza contemporanea dei vari Apple, Amazon, Facebook, Google e Microsoft ha minato la credibilità dell’intera manifestazione.
Nuove modalità social - Tutta colpa della nuova tendenza che si è affermata con l’avvento di Internet e, soprattutto, dei social network, che hanno reso così efficace il meccanismo del “passaparola”: ora se un’azienda vuole presentare un nuovo prodotto organizza un evento privato, lo promuove sul web - meglio se con qualche pubblicità virale - per poi rivelarlo contemporaneamente in tutto il mondo con uno streaming ad hoc.
Chi entra e chi esce - Le grandi fiere dell’elettronica, secondo Joshua Topolsky - fondatore della rivista online The Verge e consulente informativo del CES - andranno progressivamente a scomparire.I giganti dell’hi-tech che abbiamo nominato poc’anzi, nel frattempo, sono già stati rimpiazzati da nuovi marchi, desiderosi di affermarsi e di porsi all’attenzione degli addetti ai lavori: quest’anno il padiglione che in passato ha ospitato Microsoft è stato ceduto alla cinese Hisense, mentre il suo palcoscenico è stato occupato da Qualcomm, per presentare i nuovi microprocessori mobili.
Nulla di strabiliante - C’è un ulteriore dettaglio che fa riflettere: il CES, oltre agli espositori più importanti, sembra aver perso parte del suo storico smalto. L’evento, fino all'anno scorso, era una sorta di finestra sul futuro, dove poter ammirare i dispositivi più avveniristici e innovativi, talvolta addirittura futuribili, mentre quest’anno il pubblico ha dovuto accontentarsi di una console portatile neppure troppo portatile, un microcomputer neanche tanto micro e una strana TV dalla superficie ricurva.
Ma dov’è finita la cara vecchia tecnologia che strabiliava?
Voglia di indie - La risposta, in realtà, è piuttosto semplice e, tra le righe, te l’abbiamo già fornita in apertura: il futuro non è più qui perché l’elettronica non è più la protagonista indiscussa del mondo hi-tech ed è stata rimpiazzata dal software in ogni sua forma, dalle applicazioni al cloud computing. I veri motivi di interesse all’interno del CES 2013 non sono più i prodotti asiatici “mainstream”, che a breve invaderanno i negozi, bensì i progetti indipendenti - nati perlopiù su piattaforme come Kickstarter - frutto della creatività di “comuni mortali”.
Casa mia, casa mia... - Il Consumer Electronics Show, di fatto, si è ormai ridotto a un semplice luogo d’incontro per PR e giornalisti, dove ci si scambiano in egual misura strette di mano e gadget promozionali, mentre per quanto riguarda i contenuti veri e propri è la stessa tecnologia che sta rischiando di cannibalizzare l’intero sistema: più andiamo avanti con il progresso, meno bisogno abbiamo di eventi come questo, perché tutte le informazioni che vogliamo sono sempre a portata di mano. E per quanto affascinante possa essere Las Vegas, la nostra poltrona rimarrà sempre più attraente. (sp)