LA TECNOLOGIA SIAMO NOI
Quando è fatta di acciao, cemento, circuiti ci appare aliena. Ma...
Il Technium ci è necessario per essere umani. A mano a mano che creiamo nuove forme d'arte, inventiamo strutture sociali o mappiamo nuove zone dell'universo, scopriamo chi siamo. Senza queste "invenzioni" - anche le più semplici, come le poesie, gli abiti, il fuoco, gli strumenti più primitivi - non sapremmo niente su noi stessi. La tecnologia non solo ci rivela la nostra umanità, è essa stessa la via che ci rende umani. Creando il Technium, noi creiamo la nostra umanità.
L'altra faccia della medaglia: guerre, armi, olocausti, inquinamento... anche queste cose ci definiscono. Ci piacerebbe ricordare solo le volte in cui ci innalziamo al di sopra delle nostre tentazioni tecnologiche per cooperare, costruire, creare; ma anche quando ci aiutano a distruggere fanno parte della nostra identità. In un modo o nell'altro senza il mantello della tecnologia siamo incompleti; anzi, è più di un abito: è parte della nostra anima. Meno tecnologia abbiamo, meno umani siamo; più ne abbiamo, più umani possiamo diventare.
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20/6/2010:
Il senso della tecnologia # 24/6/2010: La foresta delle menti # 24/7/2010: 13 GENERAZIONI # 13/8/2010: Una vita tra gli schermi # 25/8/2010: Dio? Lo ha trovato Darwin # 29/12/2010: La tecnologia siamo noi |
Pittori e poeti immaginano un mondo precedente al male, precedente al Technium, in cui i nostri corpi nudi vivevano in armonia tra milioni di altre specie viventi. Queste genti primordiali (assieme a ciò che resta delle popolazioni indigene di oggi) sono percepite come i veri esseri umani, non contaminati dai congegni artificiali della tecnologia. In contatto con il loro lato spirituale, sulle stesse frequenze della natura, hanno avuto a loro tempo il modo di scoprire cosa significhi essere umani; da allora, secondo questa concezione, questa appassionata consapevolezza del cosmo è degenerata in uno stupore ottuso, che ci capita spesso di vedere sullo schermo della tv.
IL BUON SELVAGGIO
In realtà non c'è mai stato un nobile selvaggio, o il buon selvaggio, né persone senza tecnologia. I ricercatori discutono sulla misura in cui i popoli primordiali modificavano e disturbavano l'ambiente; ma nessuno sostiene che avessero impatto zero. I nativi americani hanno eliminato decine di specie di erbivori - come i mammut - prima dell'arrivo della tecnologia europea. Sbattendo semplicemente una pietra contro l'altra, gli antichi abitanti dell'isola di Pasqua distrussero tutti gli alberi e con essi la loro unica possibilità di fuggire da un'isola morente. Anche la foresta amazzonica, che l'opinione contemporanea vuole vergine, è in realtà un paesaggio forgiato dalla tecnologia dei suoi abitanti originari, per quanto pochi fossero: se non fosse mai stata abitata, avrebbe un sottobosco più denso, ci sarebbero animali e piante differenti a causa del differente equilibrio che la mancanza della caccia avrebbe provocato, mentre altre specie che sono oggi comuni, avrebbero potuto essere rare o estinte senza l'intervento dell'uomo.
SIAMO CYBORG?
Tim Maly, dal suo blog Quiet Babylon, sta celebrando il 50° anniversario del concetto di cyborg (coniato nel 1960) sollecitando vari scrittori a intervenire nel dibattito. Ecco in sintesi il mio contributo.
La profonda unione tra l'uomo e le sue invenzioni non è cosa nuova. Se un cyborg è un essere in parte biologico e in parte tecnologico, allora noi esseri umani siamo sempre stati cyborg e lo siamo ancora. I nostri antenati che per primi lavorarono la pietra per costruire raschietti con cui macellare gli animali, 2 milioni e mezzo di anni fa, non stavano facendo altro che dotarsi di artigli. Circa 250 mila anni fa escogitarono un modo per cucinare, o pre-digerire, con il fuoco: cucinare il cibo ha la funzione di uno stomaco supplementare esterno. Una volta acquisito questo organo artificiale, gli esseri umani poterono sviluppare denti e mascelle più piccoli e ampliare l'assortimento dei loro cibi. Questa invenzione ci ha cambiati. Non siamo gli stessi di quando siamo emigrati dall'Africa negli altri continenti. I nostri geni si sono evoluti con le nostre invenzioni. Solo negli scorsi 10 mila anni, in realtà, il nostro DNA è cambiato 100 volte più velocemente rispetto alla media tenuta nei precedenti 6 milioni di anni. Non dovrebbe sorprenderci: mentre addomesticavamo il cane, allevavamo mucche e coltivavamo cereali, anche noi siamo stati addomesticati... Chiaramente, siamo artefatto di noi stessi. Siamo la prima tecnologia, in parte inventori e in parte invenzione. L'uomo ha usato la mente per fabbricare se stesso e quindi, oggi, è il primo cyborg. Abbiamo inventano noi stessi. E non abbiamo ancora finito. |
La tecnologia perfeziona l'atto di uccidere, il linguaggio ne perfeziona la nostra comprensione, e le due cose insieme ci danno l'assassinio come possibilità: l'uomo commette assassinio, gli altri animali uccidono.
VISTI DA "FUORI"
Con la tecnologia della scrittura diamo vita alle leggi, e con le leggi nasce il senso della giustizia. Scrivere crea fatti nuovi e ne mette in evidenza altri già in corso; grazie alla tecnologia ci compiaciamo di considerarci logici. Dall'accumulazione delle esperienze che possono essere trasmesse alle generazioni successive deriva la nozione di umana saggezza. Attraverso i rituali, inventiamo i protagonisti delle religioni. Strumenti ricavati dal semplice legno compongono la colonna sonora dell'umanità.
Noi umani sviluppiamo la nostra umanità attraverso la cultura: più di ogni altra cosa, la cultura è ciò che ci definisce. E la cultura è tecnologia: tecnologia soft, ma sempre tecnologia.
La nostra umanità si è estesa fino a comprendere il senso della moralità, della giustizia, di cosa sia bello e buono, fino alla ragione stessa per cui siamo qui - tutto ciò si è evoluto nel tempo insieme alla tecnologia e alla cultura. Alcuni di questi progressi sono entrati a far parte di noi, altri sono connessi a noi e alle nostre attività, e la nostra umanità, o la maggior parte di essa, è contenuta in questo polimorfico apparato che ci portiamo dietro. È nell'educazione, nella tradizione, nella scrittura, nell'architettura, nella società; è il risultato di ciò che tutte le nostre intelligenze pensano.
Alla fine il Technium non ci è alieno. Siamo noi stessi, visti da fuori. Continuerà ad evolversi, proprio come noi, mentre continuiamo a capire sempre meglio cosa significhi essere umani. Continueremo a dipendere dalla tecnologia per completare noi stessi.