La più grande invenzione nel campo della fotografia dall’inizio dell’era digitale è, senza dubbio, la Lytro Camera, l’innovativa macchina che prima scatta e poi mette a fuoco. Tutto molto interessante, ma... non sarà un bluff?
“Con Lytro Camera prima scatti, poi metti a fuoco. Ma a chi serve? ”
Fotografia plenoptica
Margini di miglioramento- Abbiamo già ampiamente parlato dei segreti alla base del funzionamento di questa fotocamera delle meraviglie, ma adesso, dopo i primi test sul campo, iniziano a affiorare i primi dubbi. Bisogna ammettere che si tratta di un prodotto ancora “giovane” e, magari, una seconda versione ci costringerà a rivedere il nostro giudizio, soprattutto se verrà utilizzato un sensore più grande e il supporto alle connessioni wireless integrato nel processore. Per ora, però, dobbiamo accontentarci di due modelli, che differiscono soltanto per la memoria interna.
Tra bokeh e tilt shift - I fotografi che hanno un debole per il cosiddetto bokeh - termine giapponese che indica una particolare sfocatura estesa che contribuisce a isolare il soggetto della foto - saranno impazziti alla vista della Lytro Camera. Così come tutti gli appassionati di architettura che non perdono occasione per utilizzare un obiettivo “tilt shift” - un’ottica speciale che consente alla lente di basculare per impostare la profondità di campo - perché una fotocamera plenoptica offre il controllo assoluto della messa a fuoco.
Come Orson Welles- Allo stesso modo, chi cerca l’effetto opposto, ovvero il fuoco all’infinito - come, per esempio, il regista Orson Welles che girò il suo capolavoro “Quarto potere” in modo tale che ogni oggetto inquadrato fosse sempre a fuoco - potrà ottenerlo con grande semplicità, selezionando l’intera fotografia. Le stesse immagini, inoltre, possono essere ritoccate più e più volte. E non è un caso che Lytro parla di “living pictures”. Tutto molto interessante, è vero, ma i veri pregi della Lytro Camera finiscono qui.
Evidenti limiti - Chi l’ha impugnata, saprà certamente che la sua forma non è delle più maneggevoli e anche la scelta del touchscreen posteriore non l’aiuta, rendendola di difficile utilizzo. L’ottica, inoltre, è molto rapida nello scatto, ma per contro non si comporta in modo soddisfacente in condizioni di scarsa illuminazione. Il software di post-produzione, infine, è compatibile soltanto con il sistema operativo Mac OS X e le foto generate hanno una risoluzione di un megapixel, un dettaglio che le rende di fatto instampabili.
Non per tutti- A cifre molto più contenute, infatti, è possibile trovare sul mercato fotocamere decisamente più complete, come l’AgfaPhoto Selecta 16 e la Nikon CoolPix L810, ben più adatte alle esigenze dell’utente medio. La Lytro Camera sembra piuttosto un vezzo tecnochic che solo un professionista della fotografia, oppure un ricco strampalato, potrebbero tenere sempre in tasca. Se proprio vuoi essere originale a tutti i costi, ma non vuoi - o non puoi - spendere tutti questi soldi, accontentati di una bella Lomo o, meglio ancora, di applicazione come Instagram e Paper Camera. (sp)
Guarda come funziona la Lytro Camera