Dopo la scoperta del bug, e il relativo stop alla produzione, Intel si accorda con alcuni produttori di computer per “smaltire” le scorte del processore Sandy Bridge difettoso. Funziona, ma solo in alcune specifiche configurazioni.
“Il chipset del processore Sandy Bridge non funziona con le porte SATA 3 Gbps”
Chipset capriccioso - Dopo aver pubblicamente ammesso che il chipset del processore Sandy Bridge non funzionava, Intel è alla ricerca di una soluzione per contenere i danni sia di immagine sia economici. Il colosso di Santa Clara ha annunciato che le vendite di Sandy Bridge “senza bug” ai produttori di portatili e schede madre inizieranno dalla metà febbraio. La seconda notizia è il tentativo di Intel di riuscire a “piazzare” i modelli difettosi per evitare di mandarli al macero. Alcuni produttori di computer, infatti, sarebbero intenzionati a comprare il processore con il chipset difettoso per usarli in configurazioni “non a rischio”.
Piccolo stratagemma - Il problema di Sandy Bridge, come ricorderete, era legato al mancato funzionamento in una specifica configurazione: il chipset faceva cilecca quando le unità ottiche e i dischi venivano collegati alle porte SATA 3 Gbps. La soluzione più semplice per aggirare il problema, e continuare a usare Sandy Bridge, è collegare Dvd e hard disk alle porte SATA 6 Gbps. Intel continuerà a vendere il chip Sandy Bridge difettato lavorando a stretto contatto con i produttori per assicurare l’arrivo sul mercato di configurazioni funzionanti. Avvisando, ovviamente, i potenziali acquirenti del problema con le porte SATA 3 Gbps. Uno stratagemma che permette ai produttori di non perdere tempo e lanciare nuove linee di prodotto bloccate da questo inconveniente.