di Luca Busani
Google Drive è la next big thing sviluppata dall’azienda di Mountain View: la curiosità verso questo nuovo servizio di cloud storage è grande, perché promette di fare faville, ma in cosa differisce davvero dall’ormai ampia e agguerrita concorrenza?
"Google Drive è l’unico ad integrarsi perfettamente con il social network Google+"
Google Drive in sintesi - Sappiamo ormai tutto di Google Drive: offre a tutti 5 GB di spazio gratis, in fase d’attivazione porta automaticamente a 10 GB la memoria disponibile per Gmail, si integra perfettamente con ogni altro servizio di Google e permette di aprire file di ogni formato, da Office a Photoshop, da AutoCAD agli MP3. Bisogna, però, ricordare che Big G non è l’unica azienda a offrire servizi di questo tipo: le alternative non mancano, tra iCloud di Apple, SkyDrive di Microsoft, Cloud Drive di Amazon, Dropbox e Box. Perché, allora, scegliere Google Drive?
Compatibile ma non troppo - Siamo soltanto agli inizi, eppure al momento Google Drive supporta solo tre piattaforme - Windows, Mac OsX e Android - e, a breve, dovrebbe aggiungersi la quarta, cioè iOS. I margini di miglioramento sono notevoli, visto che - giusto per fare un paio di esempi - SkyDrive è già compatibile con i dispositivi che montano Windows Phone 7, mentre Dropbox - il migliore sotto questo aspetto - funziona anche in ambienti BlackBerry e Linux.
Economico ma non troppo - Google Drive, per quanto riguarda il servizio “premium” a pagamento, si posiziona a metà classifica: con i suoi 30 dollari all’anno per ottenere uno spazio complessivo di 25 GB, risulta più economico delle rispettive offerte di Apple e Dropbox, ma più costoso - seppur di poco - di Microsoft, Amazon e Box. Anche in questo caso, occorre ricordare che nel caso di Dropbox è facile ampliare la memoria a propria disposizione senza spendere nemmeno un centesimo, invitando altri amici a iscriversi.
Il migliore nel gestire i file - Dove Google vince a man bassa sulla concorrenza è nella gestione dei file. Google Drive, innanzitutto, è l’unico a consentire il caricamento di documenti che occupano fino a 10 GB, mentre SkyDrive si ferma a 2 GB e tutti gli altri arrivano al massimo a qualche centinaio di megabyte. I file memorizzati possono, poi, essere letti e modificati, grazie al supporto integrato di una miriade d’applicazioni di terze parti - AutoCAD, Pixlr, WeVideo, Lulu e altre ancora - e l’indicizzazione è la migliore in assoluto, perché può avvalersi dell’innovativo supporto OCR, che consente di cercare le parole perfino all’interno di immagini e scansioni, nonché di un sistema speciale che riconosce luoghi e punti d’interesse, indispensabile per filtrare le foto.
Tanta sicurezza in più - Google Drive è tra i migliori anche sotto il profilo della sicurezza perché, oltre alla criptazione dei dati, è l’unico ad avere l’accesso protetto da una doppia autenticazione: una di tipo classico, con username e password, e una di verifica, attraverso un codice inviato allo smartphone. Viene, inoltre, tenuto un registro accurato con i dati di ogni accesso, per controllare eventuali intrusioni, e non manca una cronologia aggiornata costantemente, con tutte le versioni dei file modificati negli ultimi 30 giorni. Qualcosa di simile viene offerto anche da Dropbox, che si conferma un degno avversario.
Un cestino virtuale - Per i più sbadati, ricordiamo che all’interno di Google Drive è presente un cestino virtuale, che permette di recuperare i documenti cancellati per errore. Ti ricordiamo, a costo di sembrarti ripetitivi, che in passato l’unico servizio di cloud storage a offrire questa funzione era il “solito” Dropbox, mentre in tutti gli altri non ce n’era traccia. L’ultimo elemento che può certamente fare la differenza è la perfetta integrazione di Google Drive con il social network Google+: le foto così caricate finiscono direttamente sulle nuvole e i file possono essere trasferiti da un utente all’altro.
Che coppia! - Bisogna ammettere che anche questa volta, nonostante qualche legittimo dubbio, Google ha svolto un ottimo lavoro e, potendo far affidamento su un ventaglio di servizi che nessun altro può offrire, ha la possibilità di diventare il vero leader “tra le nuvole”. Nel frattempo, a Mountain View potranno continuare a sviluppare l’attesissimo Project Glass e, quando entrambe le piattaforme saranno mature, siamo certi che ne vedremo - letteralmente - delle belle. (sp)