Sfogliando una rivista di moda, vi siete mai chiesti quanto ci sia di vero nelle fotografie pubblicate su quelle pagine? Ecco la risposta: un gruppo di ricercatori ha sviluppato un programma che rivela se c'è lo zampino di Photoshop in un’immagine.
I testimonial delle campagne pubblicitarie si fanno aiutare dal computer per eliminare cellulite, smagliature e altre imperfezioni, questo porta spesso alla pubblicazione di foto esteticamente impeccabili, ma eccessivamente idealizzate e per nulla reali. Il bello è che ormai tutti conosciamo questi artifici e, quindi, guardiamo con sospetto ogni immagine, malignando su come possano essere i VIP senza trucco.
L’innovativo software, ideato da un'equipe di ricercatori del Dipartimento di Scienze del Dartmouth College, misura le differenze tra più foto scattate allo stesso soggetto e dà loro una sorta di voto, compreso tra uno e cinque, per indicare quanto queste si discostano dalla realtà: il valore minimo corrisponde alla totale verosimiglianza, mentre quello massimo identifica l’abuso di Photoshop. E sul loro sito ci sono le foto "smascherate".
In termini pratici, un programma simile non cambierà certamente la vita, ma potrà quantomeno ridurre i disturbi alimentari, causati proprio da questo concetto distorto di bellezza. Inoltre, alcune nazioni europee - come Francia e Norvegia - hanno proposto di etichettare le immagini photoshoppate, un po’ come si fa con i pacchetti di sigarette, per informare la clientela e questo software potrebbe diventare indispensabile per applicare tali normative.
La foto di un bikini indossato da una top model con le smagliature non aiuta le vendite, questo è vero, ma non aiuta neppure le povere adolescenti proporre modelli irraggiungibili, a cui non potranno mai assomigliare. D’altronde, sarebbe sufficiente un bravo fotografo per valorizzare il soggetto senza ritoccarlo: se non ci credete, andate ad una mostra di Ansel Adams.