Dio? Lo ha trovato Darwin
Tra ateismo e religione esiste oggi una terza strada, che identifica Dio con l'evoluzione.
# 24/6/2010: La foresta delle menti
# 13 GENERAZIONI
# 13/8/2010: Una vita tra gli schermi

Non esiste descrizione di Dio formulata dall'uomo priva di contraddizioni. Qualsiasi definizione di Dio comprende molteplici infiniti: onnipotenza, onniscienza o esistenza eterna, per fare qualche esempio. Tuttavia, quando un essere è "infinito in ogni direzione" le estensioni infinite a un certo punto si intersecano tra loro e iniziano a contraddirsi. L'indovinello che facevamo a scuola quando giocavamo in cortile, «Dio sarebbe capace di creare una pietra così grossa che neppure Lui riuscirebbe a sollevarla?» era un esempio di come l'onnipotenza diventi un concetto confuso quando si mettono a confronto varie infinità. I molti altri paradossi della definizione di Dio messi in evidenza dai teologi di solito si fondano proprio su queste dimensioni infinite e conflittuali. Com'è possibile essere infinitamente giusti e misericordiosi al tempo stesso? O sconfinatamente onniscienti e liberi nel proprio arbitrio? E se nella definizione Dio è meno di infinito, anche solo in alcune dimensioni, diventa un Dio che pochi sono disposti a onorare perché gli esseri umani, pur nella limitatezza delle loro menti, riescono a immaginare solo un Dio più grande, infinito in tutte le direzioni.
deterministico Il determinismo è una dottrina filosofica secondo cui tutto ciò che accade è determinato in modo causale da una catena di eventi precedenti. In pratica le condizioni iniziali predeteminano tutto e non c'è spazio per il libero arbitrio.
teisti Sono dette "teiste" le correnti filosofiche che prevedono l'esistenza di uno o più dèi.
ineffabile È ciò che non può essere spiegato con semplici parole.
panteismo È panteista ogni visione che identifica Dio con il mondo o con il principio che lo regge. Sono panteisti filosofi come Eraclito, Plotino, Baruch Spinoza.
trascende Nel senso, in questo caso, che è al di là dell'universo e quindi, diversamente dalla visione panteista, è un'altra cosa rispetto all'universo.
yin e yang Concetto cinese (sia del taoismo che del confucianesimo). Yin (traducibile come il "lato in ombra della collina") e yang (il "lato al sole") sono i 2 aspetti della realtà, nessuno dei due può esistere senza l'altro e sono in equilibrio armonico tra loro.
tautologia Una definizione che ripropone, in termini solo formalmente diversi, lo stesso concetto.
DOPPIA IMPOSSIBILITÀ Ma anche una descrizione dell'universo che non preveda Dio è piena di contraddizioni. Come inizia l'esistenza se non c'è inizio? Se l'universo è deterministico, che cosa ne determina il movimento iniziale? Da un punto di vista logico si arriva così alla conclusione che sia Dio, sia l'assenza di Dio, sono impossibili. Almeno così appare alle nostre menti limitate. Le 2 possibilità potrebbero infatti anche essere semplicemente oltre la comprensione umana e le loro contraddizioni, così evidenti per noi, potrebbero essere risolte da intelletti superiori ai nostri. In effetti, alcuni teisti che sostengono la realtà del Divino, spiegano le contraddizioni affermando che Dio è ineffabile, irraggiungibile attraverso le capacità della nostra conoscenza. Dal loro punto di vista, gli atei spiegano invece le contraddizioni affermando che l'ignoranza e le nostre incapacità sono superabili attraverso la scienza. Nella recente ondata di pubblicità e di attenzione di cui sono stati oggetto, gli atei hanno condannato la religione delle divinità e promosso l'assenza di Dio come prospettiva superiore, che dovrebbe incontrare il favore dei moderni e degli appassionati della tecnologia. Così è stato. Gli appassionati di tecnologia, infatti, sono molto attratti dall'approccio scientifico dell'ateismo contemporaneo.
UN NUOVO PANTEISMO Di recente, tuttavia, è emersa una terza scuola di pensiero, anche questa allettante per gli appassionati di scienza e tecnologia. Deriva da una delle teologie più antiche, ma ha acquistato una nuova giovinezza grazie alle conoscenze della tecnologia. Risulta più affascinante e coinvolgente del vuoto dell'ateismo e sospetto che, a lungo andare, conquisterà l'apprezzamento di coloro che non riescono a fare il salto della "fede in Dio". Questa nuova terza via è una forma di panteismo. Nella definizione ortodossa, Dio "trascende" l'universo e, in questa visione, l'universo è quindi una creazione emanata da Dio. Il rapporto tra l'universo e Dio è lo stesso che esiste tra una storia o un dipinto e il suo autore, dove l'autore, in quanto tale, trascende il capolavoro. E così è anche decisamente "altro". Al massimo creatore e creazione possono intrecciarsi in un dualismo come quello esistente tra corpo e anima. L'ateismo non prevede dualismi; l'universo esiste e basta. Invece il panteismo, per lo meno nella forma tornata in auge, offre un concetto di divinità e di unità. Esistono molte varietà storiche del panteismo. Se ne potrebbe sintetizzare la maggior parte con la traduzione letterale del termine pan-teismo: "Tutto, Dio" (dal greco pan= tutto e theòs=dio). Nel panteismo creazione e Dio sono un tutt'uno. I filosofi panteisti amano dire che Dio è "immanente" nell'universo, anziché affermare che Dio trascende l'universo.
DIO È ANCHE IL MALE? I filosofi mistici sottolineano un fatto sorprendente: poiché l’universo è Dio, in ciascuno di noi c’è Dio e, fatto ancora più scioccante, ciascuno di noi è Dio. Dio è ovunque guardiamo. Da questo punto iniziano le contraddizioni insite anche in questa descrizione dell’universo. Se Dio è tutto, infatti, allora significa che il divino comprende anche lo stupro, l’omicidio, l’inganno, la guerra, la distruzione e tutto il peggio al quale possiamo pensare. Alcune delle più antiche religioni orientali accolgono questa visione di una divinità a 2 facce con il concetto di yin e yang. E se i confini di Dio si estendessero ovunque (infinito in tutte le direzioni) per includere ogni cosa dell’universo, non ci sarebbe nulla d’intelligente da aggiungere perché ogni parola, alla fine, avrebbe sempre lo stesso significato: Dio. Senza alcuna distinzione tra Dio e assenza di Dio (perché non c’è nulla che non sia Dio), l’idea di Dio associata all’idea di mondo diventa una tautologia: è come dire che Tutto = tutto. Eppure questa prospettiva particolarmente contraddittoria presenta caratteri interessanti.
IL VUOTO DELLA MATERIA Nell'antichità il fascino del panteismo è stato in un certo modo contrastato dalla conoscenza. L'universo era un insieme di cose come atomi, stelle, pianeti, pioggia e luce e anche gente strana e diversa. Forse tanto tempo fa pastori e contadini, nella loro ignoranza, sarebbero stati capaci di venerare queste cose come un Dio. Ma la natura invariabile, immobile, di questa divinità avrebbe avuto scarsa presa sulle menti illuminate. Per quanto grande fosse il mondo, non sembrava sufficientemente grande da essere Dio. Così, mentre la nostra visione e la nostra conoscenza dell'universo (e quindi di Dio, ndr) crescevano, diminuivano anche l'attrazione e il fascino del panteismo. Quando la scienza cominciò però a sondare il mondo della materia, scoprì che di fisso, di immobile, c'era ben poco. Smontando i solidi, questi si rivelarono fatti essenzialmente di spazio e di minuscole parti ruotanti (gli atomi, ndr). Smontando le minuscole parti ruotanti, scoprirono che per la maggior parte la materia era costituita da vuoto, con pochi frammenti ancora più piccoli sparsi qua e là (elettroni, protoni, quark, ndr). Questi pochi frammenti, a loro volta, coincidevano anch'essi sostanzialmente con il nulla, e così via. Gran parte dell'universo era costituita dal nulla. E, cosa ancora più preoccupante, tutto ciò che era qualcosa, sembrava avere una natura informativa, ovvero: le cose rivelavano di essere tutto fuorché ciò che noi chiamiamo materia. Gli elementi costitutivi erano in costante trasformazione in qualcos'altro. Nulla era statico.
femtosecondi Milionesimi di miliardesimi di secondo.
auto-consapevolezza La coscienza della propria esistenza come individuo.
panenteismo Visione secondo cui Dio, più che il creatore esterno, è la forza animatrice dell’universo, come diceva il filosofo greco Eraclito (535-475 a.C.).
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L'UNIVERSO È UN FANTASMA? Ulteriori esperimenti mostrarono che il cuore dell'universo fisico godeva di proprietà che attribuiremmo ai fantasmi: capaci di essere contemporaneamente in due luoghi oppure di non essere da alcuna parte. Una cosa poteva essere definita solo in relazione ad altre cose. Quanto più gli scienziati guardano all'universo, tanto più sembra che questo non abbia un corpo, ma solo un'anima. La natura eterea del mondo rese più facile per la persona normale capire in che modo l'ineffabilità della coscienza e l'essenza eterea dell'universo potessero viaggiare sulla stessa barca. Tutto è uno. D'accordo, però "Tutto è uno" non significa "Tutto è Dio." A mio parere, la forza principale che ha spinto la nostra intelligenza verso il "Tutto è Dio" è stata l'evoluzione, condannata dai teisti e celebrata dagli atei per aver spodestato Dio e l'uomo dal loro trono. Normalmente l'evoluzione è considerata l'antidoto alla religione. Iniziando da Copernico, che spostò la Terra dalla sua posizione al centro del sistema solare, passando per Hubble e altri che hanno trasferito il sistema solare ai margini della galassia e poi la galassia fuori dal centro dell'universo, per arrivare ai recenti teorici che hanno spostato la nostra dimora da un universo al multiverso di universi multipli. Ciascuna di queste ricollocazioni ha ridotto la supposta unicità dell'uomo aumentando la consapevolezza di quanto comune, illogica e naturale sia la nostra storia, e riducendo il ruolo e la necessità di Dio.
L'EVOLUZIONE È UN SOFTWARE Ma Darwin non ha fatto semplicemente scivolare gli esseri umani su un ramo laterale della vita di un pianeta secondario all'ombra di una minuscola stella di una minuscola galassia di un minuscolo universo. La conoscenza nata dall'evoluzione è stata come un paio di occhiali magici che improvvisamente ci hanno fatto intravedere una forza invisibile che poteva costruire cose positive di fronte all'indifferenza universale. Questa forza non era solo in grado di creare ogni essere vivente tangibile ma probabilmente anche di dare origine a qualsiasi creatura che avremmo potuto immaginare. La forza contenuta nell'evoluzione sembra disseminata in tutto l'universo, liberata al momento del Big Bang. Sembra la stessa forza che ha creato la nostra coscienza. Quando guardiamo all'evoluzione, oggi la vediamo come un software. Viene lanciato a distanza e in maniera invisibile, cresce, si modifica e ci sorprende sempre. L'universo potrebbe essere un programma che programma se stesso. In questo è possibile vedere quanto l'evoluzione assomigli alla mente: si adatta, cerca soluzioni e si eleva acquisendo nuovi significati.
DAGLI ATOMI ALLA SUPERMENTE In effetti, se adottassimo questa lunghissima prospettiva di miliardi di anni e rappresentassimo il lento dispiegarsi della complessità dai primi femtosecondi di vita dell'universo fino ad arrivare a oggi, è come se l'universo fosse una mente che assembla se stessa. Quando l'energia indifferenziata del Big Bang viene raffreddata dallo spazio in espansione dell'universo, si fonde in entità misurabili e, nel tempo, le particelle si condensano in atomi. A ogni scatto delle lancette dell'orologio, aumenta la complessità degli organismi e la velocità con cui complessità e cambiamento si aggiungono a tutto il sistema. Nel suo sviluppo, l'evoluzione continua ad accumulare nuove strategie di adattamento e di apprendimento fino a quando la mente degli animali raggiunge uno stadio di auto-consapevolezza. Questa genera l'idea di nuove menti e, insieme, di un universo di menti, va oltre tutti i limiti materiali. Insieme diventiamo una sola mente, una mente superiore, la mente di Dio.
DIO NON È UN MONUMENTO Non sorprende che questo moderno panteismo evoluzionistico abbia un seguito religioso. Nei circoli cristiani, è noto come "teologia del processo". In termini semplificati, descrive Dio come un processo: Dio non è un'entità monumentale e infinita in tutte le direzioni, bensì è in mutazione o in evoluzione. L'iniziale riluttanza ad accettare un Dio che non sia infinito in tutte le direzioni è superata in parte dal riconoscimento che un Dio in evoluzione è superiore a un Dio statico. D'altronde, quale Dio è più grande? Uno incapace di migliorarsi o uno che si perfeziona costantemente?
CONTRADDIZIONI Come ogni definizione di Dio, anche il panteismo evoluzionistico non sfugge a qualche assurdità. Tecnicamente, questa prospettiva dovrebbe chiamarsi più correttamente panenteismo. Dio si evolve e quell'evoluzione è ciò che noi chiamiamo "universo". Proprio ora ci sono alcuni missionari itineranti che predicano questa dottrina dell'evoluzione spirituale. La chiamano Grande Storia, e narra dell'evoluzione come forza divina e di come siamo tutti coinvolti nella mente di Dio, una mente in continua espansione. Ogni descrizione dell'universo e della sua ragion d'essere è piena di contraddizioni. Un mondo senza Dio, un mondo di Dio e un mondo che è Dio, sono tutti logicamente impossibili. Fate la vostra scelta.
[Kevin Kelly, 25 settembre 2010, per Focus 216]