Siri è stata una delle maggiori novità dall'autunno del 2011. È un assistente tuttofare con il quale basta usare la voce per inviare messaggi, fissare riunioni, telefonare etc. Fai una domanda, Siri cerca di capire e lo fa. Ma soprattutto ti risponde. Con una voce tutta sua il cui segreto - almeno per la versione in inglese - è stato svelato soltanto ora.
Apple ha preso il nome del suo assistente vocale tutto fare dal Norvegese dove significa “bella donna che ti porta alla vittoria”. A Steve Jobs, però, questo nome non piaceva affatto, e si oppose, ma il fondatore di Apple alla fine dovette arrendersi perché non trovò niente di meglio. E Siri fu…
Lo ha svelato Siri stessa, o meglio la sua voce. Susan Bennett, doppiatrice professionista di Atlanta, ha spiegato in due interviste alla CNN (qui sotto) che nel 2005 ScanSoft (oggi Nuance) - nota società specializzata nella tecnologia per il riconoscimento vocale e dettatura automatica - contattò GM Voices alla ricerca di una voce nuova da inserire in un progetto “top secret”.
GM Voices pensò subito a Susan Bennett, già voce di navigatori, spot pubblicitari e sistemi telefonici. ScanSoft, nonostante altri candidati, non ci pensò un attimo e fece firmare a Susan un contratto nel giugno del 2005 che prevedeva una serie di registrazioni da utilizzare in un database per la costruzione di un “discorso”. Un progetto che richiese un mese di lavoro e quattro ore di registrazioni quotidiane. La tecnologia proprietaria che si cela dietro Siri, infatti, non è di Apple, bensì di Nuance.
Susan Bennett racconta la sua avventura con Siri.