ALLA RICERCA DEL SENSO DELLA TECNOLOGIA
Per la maggior parte della mia vita ho evitato di possedere "cose". Fino ai trent'anni sono stato un vagabondo: ho vagato per le lande desolate dell'Asia in scarpette da tennis e jeans consumati; ho visto città ancora avvolte nel loro splendore medievale e terre verdi ricche di campi coltivati. Quasi tutto ciò che avevo all'epoca era fatto di legno, stoffa o pietra. Mangiavo con le mani, scalavo montagne e percorrevo lunghe valli a piedi, dormivo dove capitava. Avevo pochi soldi con me, e ancora più scarso era il mio equipaggiamento: un sacco a pelo e alcune macchine fotografiche. Un anno dopo aver lasciato l'Asia comprai una bicicletta di quelle economiche, presi in prestito uno zaino e pedalai attraverso l'intero continente americano, da ovest a est. Sulla via ho abbandonai tutto ciò che avevo (eccetto la bicicletta): scopo del viaggio era attraversare le terre degli Amish (comunità di cristiani protestanti diffusa soprattutto negli USA: fanno a meno dell'elettricità e di tutte le comodità della vita moderna, persino... delle cerniere lampo!), con le loro fattorie ordinate, in est Pennsylvania. Ho rispetto per gli Amish e per la loro capacità di vivere con il minimo indispensabile. Sentivo che la mia vita, sgombra da mode e tecnologie, era simile alla loro, e avevo tutta l'intenzione di continuare a mantenere al minimo il ruolo della tecnologia per me.
CONTRADDIZIONI Alcuni anni dopo, arrivato in California, all'età di 32 anni comprai finalmente una macchina. Un amico mi prestò un computer (uno dei primi Apple con modem) e improvvisamente mi trovai immerso nella nuova frontiera della vita online. Revisionavo le prime pubblicazioni che recensivano programmi per PC e fui coinvolto nella creazione del primo portale online pubblico. Nel 1992 partecipai alla fondazione di Wired. Da allora sono sempre informato sulle ultime innovazioni tecnologiche: quelli che erano i miei compagni e colleghi adesso si occupano di super computer e super motori, medicina e ingegneria genetica, nanotecnologie, comunicazioni in fibra ottica e di ogni sorta di novità hi-tech. Io stesso mi sono abbandonato al "potere trasformatore" della tecnologia.
Tuttavia la mia famiglia, ora composta da 5 persone, non ha la TV; non possiedo un cercapersone, un'agenda elettronica, né un telefono con macchina fotografica incorporata. Non viaggio col portatile e sono sempre l'ultimo ad assicurarsi il gadget tecnologico del momento. Trovo.... "forza spirituale" nel mantenere la tecnologia al minimo. Allo stesso tempo dirigo un sito web chiamato
CHE COS'È LA TECNOLOGIA?
Che cos'è la tecnologia... è una domanda che sta alla base di molte altre domande che ci tormentano di questi tempi. Non sono certo l'unico ad essere perplesso riguardo alla vera natura della tecnologia e alla sua sempre maggiore presenza nella nostra cultura. Il modo migliore che conosco di pensare a una cosa è quello di scriverla, e quindi, per obbligarmi ad andare oltre alle banalità, sto scrivendo un libro sul suo significato. Mano a mano che lo scrivo, lo pubblicherò qui; metterò online appunti, argomentazioni che ho in corso con me stesso, bozze di idee e risposte a post altrui, come metodo per riuscire a capire che cosa penso veramente. Voglio trasformare i miei post in conversazioni. Negli ultimi 18 mesi ho cambiato idea molte volte, e molte volte ancora mi aspetto di cambiarla man mano che vengo a contatto con nuovi punti di vista.
Ma per prima cosa devo chiarire quali sono le basi da cui parto. Ho ormai superato i 50 anni. Viaggio ancora molto e ho visto gran parte del mondo abitato e alcune delle regioni selvagge rimaste. Ho visitato molti paesi, sia ricchi sia in via di sviluppo. Ho letto molto, soprattutto di storia – antica e contemporanea, esoterica ed economica. Sulla base di ciò che ho visto e capito credo di poter dire che, su larga scala, ci sia un progresso globale. Secondariamente sento che la tecnologia è soprattutto una buona cosa. Infine, ma molto importante, credo fortemente in Dio, il che condiziona la mia prospettiva. Non è il modo più comune di pensare, di questi tempi, tra persone "istruite": per questo motivo una delle sfide, per me, sarà di fornire prove e argomenti persuasivi alle mie conclusioni (quando le ho!).
TECHNIUM Tutto questo l'ho chiamato Technium. È una parola che io stesso ho coniato per indicare la tecnologia in senso allargato, un concetto che va oltre al semplice hardware e che comprende cultura, legislazione, istituzioni sociali, creazioni intellettuali di ogni tipo e, ovviamente, anche la tecnologia come la intendiamo tutti i giorni. Questo sistema tecnologico esteso ha le sue regole e le sue dinamiche. Lo scopo di questo lavoro è investigare il Technium. Come possiamo comprenderlo? È possibile (o auspicabile) fermarlo? È in relazione con Dio, e come? Che controllo abbiamo, realmente, sul suo ritmo di sviluppo e sul suo cammino futuro?
Sollecito risposte in forma di commento o via email da tutti i lettori. Sono ansioso di conoscere punti di vista inusuali e precisazioni su fenomeni che ho trascurato.
Non mi interessano le dispute politiche: mi interessano l'onestà e la precisione (cioè quello che la gente realmente fa, piuttosto che quello che crede o dice).