22 gennaio 2018, tangenziale di Culver City, California: una Tesla Model S in modalità "autopilot", cioè in guida autonoma, tampona a oltre 100 km/h un mezzo dei pompieri fermo per un'operazione di soccorso. Le immagini dell'incidente, twittate dagli stessi vigili del fuoco, sono impressionanti, ma per fortuna nessuno si è fatto male.
7 dicembre 2017, San Francisco: una Chevy Bolt in modalità di guida autonoma effettua un cambio di corsia e investe un motociclista.
In entrambi i casi la dinamica sembra chiara e "la colpa è della vettura", che ha eseguito una manovra non corretta.
While working a freeway accident this morning, Engine 42 was struck by a #Tesla traveling at 65 mph. The driver reports the vehicle was on autopilot. Amazingly there were no injuries! Please stay alert while driving! #abc7eyewitness #ktla #CulverCity #distracteddriving pic.twitter.com/RgEmd43tNe
— Culver City Firefighters (@CC_Firefighters) 22 gennaio 2018
Constatazione amichevole. Chi paga i danni? Il conducente che stava passivamente a bordo del mezzo oppure la casa automobilistica, o il fornitore della tecnologia di guida autonoma?
Il problema non è banale: questi due incidenti, avvenuti a poche settimane di distanza l'uno dall'altro, dimostrano che i sistemi di guida autonoma non sono infallibili, soprattutto se l'auto si trova a circolare insieme ad altre vetture guidate da esseri umani. Ne avevamo parlato qui spiegando il perché.
E la progressiva diffusione di sistemi di guida sempre più capaci di fare a meno dell'uomo non potrà che complicare le cose.
Mani sul volante... Va però sottolineato che l'autopilota di Tesla e il sistema di guida di Chevrolet non sono completamente indipendenti: hanno comunque bisogno di input da parte del conducente, e le case automobilistiche avvertono di non abbandonare mai del tutto i comandi.
Alain Kornhauser, direttore del Dipartimento di ricerca sui veicoli autonomi dell'Università di Princeton, spiega a Futurism che nei due incidenti citati c'è una forte responsabilità da parte dei conducenti.
Il problema è anche tecnologico: secondo Kornhauser, i sistemi di frenata automatica devono ancora essere perfezionati per diventare completamente automatici.
... e occhi aperti. Oggi, in molti casi, i sistemi di frenata entrano in funzione solo se il conducente tocca il pedale del freno, in accordo con i suggerimenti dell'Autorità per la sicurezza stradale degli Stati Uniti, che non sembra particolarmente favorevole a una totale deresponsabilizzazione del conducente.
Su un punto Kornhauser è però chiaro: i sistemi di guida autonomi non devono sbagliare mai. Insomma, c'è ancora tanto da lavorare sul fronte della ricerca. Dal 2014 a oggi le vetture senza conducente o semi-autonome sono state coinvolte in una trentina di incidenti: le promesse della tecnologia sono che, nel lungo periodo, una volta perfezionate, contribuiranno a salvare numerose vite.