Una vera città, a cui mancano solo gli esseri umani. Si chiama Mcity e l'ha progettata e realizzata la University of Michigan (Usa), per testare le auto senza conducente e perfezionare i software che le guideranno sulle nostre strade.
Come in un film. Mcity occupa 13 ettari nella zona di Ann Arbor, sede dell'università americana, e sembra una delle città fantasma del vecchio west americano, o un set hollywoodiano: ci sono strade, incroci, marciapiedi, lavori in corso, edifici colorati. Ma è stata appena inaugurata ed è disseminata di sensori e gestita da un software per monitorare ogni movimento delle auto autonome in contesti urbani.
Imprevisti e probabilità. I semafori, gli ostacoli, le carreggiate dal fondo sconnesso e i segnali stradali poco visibili disseminati per la città costringeranno le intelligenze artificiali dei veicoli ad adeguarsi in tempi rapidi a situazioni non convenzionali, rendendo più realistici i test.
In questo ambiente gli ingegneri americani potranno simulare condizioni di guida ricche di imprevisti. E raffinare i software di gestione delle auto lavorando sulla sicurezza, ossia il problema principale da risolvere prima della "messa su strada" di questo tipo di auto, previsto attorno al 2020-2021 da Google.
Ma non basta. Mcity è un ambiente controllato dove non ci sono rischi con i pedoni, ma proprio questo è il suo limite: gli incidenti registrati dalla Lexus di Google in 1,7 milioni di miglia di test sembra siano dovuti soprattutto a errori dei conducenti di altre auto e in generale all'imprevedibilità umana.