di Peppe Croce
Gli hacker contro il regime del re Hamad bin Al Khalifa. Ma anche contro uno sport che non ha mai boicottato i tiranni. Siti ufficiali down e le solite carte di credito rubate.
"Gli hacker chiedono la liberazione di un attivista"
Attacco al tiranno -
L'ultima azione di Anonymous si chiama "Operazione Barhein"
Liberate Abdulhadi - Hanno dovuto fare un "pit stop", non programmato, sia il sito del Ministero dell'Interno che FIA.com, il sito ufficiale della federazione automobilistica internazionale. Gli hacker di Anonymous, al posto delle home page, hanno pubblicato una nota con la quale informavano gli amanti della F1 delle ripetute violazioni dei diritti umani in Barhein da oltre un anno e chiedevano la liberazione di Abdulhadi Alkhawaja, attivista in prigione da oltre 70 giorni, e di tutti gli altri prigionieri politici. Chiesto pure lo stop alle torture nelle carceri del Barhein. Tutte richieste abituali da parte del collettivo di hacker.
Sport e business - Come al solito Anonymous ha anche sbirciato nelle carte di credito di qualcuno. In particolare di quelli che avevano acquistato online i biglietti per assistere al gran premio. Rubati anche i numeri dei passaporti degli spettatori stranieri. Non è la prima volta che il circus della F1 finisce al centro delle polemiche per aver chiuso più di un occhio su cosa succede fuori dalla pista nei paesi che ospitano le gare. Il New York Times ricorda, per esempio, che tra i grandi sport proprio la Formula 1 è stato l'ultimo a boicottare il Sud Africa, ai tempi dell'apartheid. (sp)