Il potenziale del Kinect è notevole ed è evidente che ad oggi sia rimasto in gran parte inespresso; certo è che Microsoft è ben conscia del gioiellino che si ritrova tra le mani e custodisce gelosamente i portentosi brevetti che stanno alle sue spalle. Il primo autentico colpo di genio è, però, arrivato nelle ultime settimane, quando Ballmer e soci hanno deciso di estendere la compatibilità del controller perfino ai comuni PC.
Un ottimo inizio, non c’è che dire, ma a Redmond non si fermeranno certamente qui: sembra, infatti, che il prossimo Windows 8 possa integrare un sistema di riconoscimento facciale pressoché identico a quello già visto su Xbox 360. L’idea è davvero sfiziosa, perché le webcam stanno diventando ubiquitarie: non esiste più notebook che non ce l’abbia di fabbrica e chi, invece, continua a preferirgli il più classico desktop s’è comunque attrezzato da tempo, per non parlare poi degli ultimissimi tablet PC, che addirittura vengono spesso dotati di più di una fotocamera. Grazie a questo, l’hardware non rappresenta più un limite ed i nuovi sistemi di sicurezza biometrici, sperimentati con successo nei mesi passati, possono diventare una realtà alla portata di tutti: in questo modo, quando ci siederemo davanti ad un computer, non dovremo più digitare username e password per accedervi, ma basterà rimanere immobili per pochi secondi, affinché il nostro volto venga identificato nel database degli account presenti.
Ovviamente manca ancora la conferma ufficiale, eppure il fatto che, tra le interfacce di programmazione API presenti nella versione preliminare di Windows 8 che circola in rete, ce ne sia una che viene descritta come “Detect human presence” lascia adito a pochissimi dubbi. Al contrario, le vere incertezze nascono analizzando più a fondo il funzionamento di questa tecnologia perché, proprio come il Kinect, ha la necessità di tenere costantemente accesa e monitorata la webcam; pertanto, checché se ne dica, il rischio - e la tentazione - di violare la privacy degli utenti diventa estremamente elevato.
A questo punto, si ripropone un vecchio interrogativo: siamo sicuri che a Microsoft stia così a cuore l’integrazione e l’usabilità di dispositivi e software d’ogni sorta, mossa solo da intenti puramente filantropici, oppure sotto sotto gatta ci cova e magari ambisce a trasformarsi in un Grande Fratello cibernetico? Nel dubbio, attendiamo fiduciosi una valida alternativa a Windows, preferibilmente open source. (ga)