Tutto al computer
Un film maker genovese, Federico Basso, ha realizzato il filmato sui tre schermi full hd che circondano la scialuppa: «Non abbiamo effettuato alcuna ripresa. Tutto quello che si vede sullo schermo, anche se sembra vero, è frutto di una complessa operazione di rendering 3D interamente generato al computer» spiega Basso.
Schiuma, spruzzi, ma anche velieri, albatros e perfino la coda di una balena che spunta all’improvviso davanti alla prua della barca, facendola sobbalzare. «E non è una coda “a caso”: abbiamo fatto una ricerca sul tipo di balene che si potevano incontrare a Capo Horn nel 1800, e ne abbiamo riprodotto forma e colore» spiega Basso.
Non solo spettacolo
Il rigore scientifico della realizzazione è estremo: «L’unica concessione allo spettacolo in senso cinematografico che abbiamo inserito è stata quella della musica» spiega Matteo Ventrella, della società ETT che ha realizzato il sistema pneumatico che gestisce rollio e beccheggio della nave, oltre a annaffiare con acqua e vento gli spettatori.
Per il resto, ogni dettaglio, dalla forma delle onde ai movimenti della nave, sono all’insegna del realismo più totale: a ogni onda che la colpisce corrisponde un movimento dello scafo coerente, a differenza di quanto accade con attrazioni simili nei parchi divertimenti.
Drammi del mare
La Sala della Tempesta, però, non è soltanto l’esperienza in 4D. Vi si trovano anche opere d’arte (stampe ed exvoto dedicati a eventi meteo estremi del mare) e un reperto sorprendente: la zattera gonfiabile dove Ambrogio Fogar e Mauro Mancini resistettero 74 giorni (dal 19 gennaio al 2 aprile 1978) con un chilo di pancetta e una tanica d’acqua dopo aver fatto naufragio al largo delle Isole Falkland.
Furono recuperati da una nave mercantile, stremati. Mancini, dimagrito di 42 chili, morì due giorni dopo. Oggi, quella zattera donata dalla famiglia Fogar e restaurata, è visibile nella Sala della Tempesta con tutti i particolari: compresa la pagaia, spezzata, con la quale Fogar riuscì a uccidere due cormorani per sfamarsi.
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