L'Italia dice "NO!" agli sguardi indiscreti nel tuo pc! Hai scaricato The Bourne Ultimatum? Adesso la Universal potrebbe avere qualche difficoltà a farti causa.
Irene Zreick, 14 marzo 2008
Il Garante per la protezione dei dati personali ha stabilito con un decreto che, un per privato, è illegale monitorare lo scambio di file su reti peer2peer, anche nel caso in cui si tratti di file protetti da diritto d'autore: questo il link al decreto. La decisione segue la controversia tra Peppermint (casa discografica tedesca) e Techland (giochi per pc) da una parte e Altroconsumo dall'altra. Peppermint e Techland (appoggiandosi a Logistep AG, società svizzera incaricata di rilevare gli indirizzi IP) hanno monitorato per alcuni mesi gli scambi di file musicali su reti p2p come eDonkey, eMule e GNUtella, utilizzando poi l'indirizzo IP e altri dati personali per risalire ai nomi e agli indirizzi dei "pirati" e contattarli per chiedere un risarcimento. Altroconsumo ha presentato un reclamo al Garante per la privacy in nome degli utenti italiani coinvolti in questa indagine.
Sai chi sono? Adesso mi cancelli, subito!
Il Garante si è espresso a favore di Altroconsumo perché i controlli svolti da Logistep violano alcuni principi della Legge federale europea sulla protezione dei dati personali: un'indagine che preveda la violazione di dati personali non può essere svolta da privati, ma solo dallo Stato e solo nell'ambito di reati penali o a difesa della pubblica sicurezza. Inoltre, Logistep ha raccolto le informazioni senza che gli utenti ne fossero al corrente e le ha usate per finalità diverse da quelle previste dalle reti p2p e per le quali sono messe a disposizione. I dati raccolti non potranno quindi essere utilizzati dalle aziende, che sono tenute a cancellarli entro il 31 marzo 2008.
Chi risarcisce chi?
La Federazione Industria Musicale Italiana (Fimi) ha commentato che «la decisione del garante porterà i titolari dei diritti ad aumentare il contenzioso penale con centinaia di denunce alle forze di polizia e alla magistratura, anche in quei casi dove il tutto si poteva risolvere con un richiamo via e-mail, e sposterà il target delle azioni giudiziarie contro i service provider». Da parte sua, Altroconsumo dichiara che sta valutando «la possibilità di agire contro la Peppermint, la Techland e la Logistep a tutela dei consumatori», chiedendo persino un risarcimento. Per adesso, comunque, c'è una casella e-mail (peppermint@altroconsumo.it) a cui scrivere per chiedere informazioni.