L’idrogeno è un gas infiammabile e, per le sue caratteristiche, può funzionare bene sia nei motori a benzina, sia nei motori diesel, perché brucia senza alcuna difficoltà qualunque sia il rapporto con l’aria nella miscela di carburazione. Alcune case automobilistiche (Mercedes, Mazda, Bmw) hanno già realizzato motori sperimentali alimentati a idrogeno. Non è stato ancora risolto in maniera del tutto soddisfacente il problema del trasporto e del serbatoio (nella foto). Per dare alla vettura una sufficiente autonomia, occorrerebbero bombole molto grandi perché a pressioni normali l’idrogeno occupa molto spazio. In queste condizioni, inoltre, esisterebbe un serio problema di sicurezza, perché il gas si infiamma immediatamente al semplice contatto con l’aria. Gli studi per risolvere il problema seguono due vie. La prima prevede il raffreddamento dell’idrogeno fino a 253 gradi sotto zero, perché in queste condizioni il suo volume si riduce di molto, ed è più facile la realizzazione di un serbatoio in grado di mantenerlo a lungo a questa temperatura. La seconda prevede il trasporto dell’idrogeno sotto forma di idruro, cioè combinato con metalli che prima lo assorbono e poi lo rilasciano lentamente. C’è, infine, un problema dei costi. Per avere quantità di idrogeno sufficienti bisognerebbe ricavarlo dall’acqua, ma le tecnologie di estrazione oggi esistenti richiedono grandi quantità di energia elettrica. Nonostante questi ostacoli, alcune case automobilistiche prevedono di mettere in commercio vetture a idrogeno dnel giro di qualche anno.