Ha un fiuto migliore di quello dei cani poliziotto, non deve essere addestrato e non ha bisogno di riposo: si chiama "dog on a chip" ed è un sensore capace di scovare cocaina e altre sostanze stupefacenti.
Il governo americano ha speso 19 miliardi di dollari nel 2003 per combattere il traffico di droga. Una parte di questo denaro è stato investito in ricerca, come nel caso di questo minuscolo rilevatore. Foto: © Georgia Tech. |
Ha un fiuto migliore di quello dei cani poliziotto, non deve essere addestrato e non ha bisogno di riposo: si chiama “dog on a chip” ed è un sensore capace di scovare cocaina e altre sostanze stupefacenti.
Realizzato dai ricercatori del Georgia Tech, il sensore è inserito in un apparecchio portatile e può individuare quantitativi di droga mille miliardi di volte inferiori al grammo, stabilendone la natura in tempo reale.
“Dog on a chip” può rilevare dosi infinitesime di narcotici grazie a un metodo di analisi noto come SAW (surface acoustic wave) che individua un elemento chimico in base all'interferenza che esso produce in un'onda sonora che attraversa un minuscolo cristallo di quarzo. La tecnologia SAW è già stata impiegata per realizzare altri nasi elettronici, tuttavia “dog on a chip” è più avanzato perché capace di identificare in pochi secondi il tipo di droga trovato.
C'è droga e droga. Ma fa anche di più: riesce a capire quale tipo di sostanza illecita è presente, differenziando tra le droghe. Questa operazione più sensibile è resa possibile da particolari anticorpi che, similmente a quelli prodotti dal nostro sistema immunitario, reagiscono unicamente con il composto chimico ad essi complementare.
Ciò significa che a ognuno di essi corrisponde una data sostanza stupefacente, che può dunque essere identificata con certezza quando entra nel raggio d'azione del rilevatore, di circa 15 centimetri. Nei test di messa a punto i ricercatori hanno impiegato anti-benzoilecgonine (anti-BZE), che si lega in modo preferenziale alla cocaina. In pratica il sensore è ricoperto da uno strato sottile di anticorpi che, quando entra in contatto con le molecole di droga veicolate da un campione di vapore, dà una reazione specifica che causa l'interferenza d'onda rilevata col metodo SAW.
(Notizia aggiornata il 9 dicembre 2003)