Alcuni scienziati del MIT e dell'università di Hong Kong hanno provato a riparare i danni al nervo ottico di alcuni criceti ciechi, facendo loro riacquistare parzialmente la vista. Grazie all'aiuto della più avanzate nanotecnologie.
Grazie agli impianti in nanofibra gli scienziati potrebbero un giorno riparare le cellule nervose danneggiate di persone affette da cecità o da paralisi. Nella foto una cellula nervosa al microscopio elettronico. |
La tela del ragno. Il nervo ottico connette l'occhio con il cervello, tramite un sistema ramificato di cellule nervose simile alla tela di ragno. Quando il nervo ottico viene danneggiato, per esempio in seguito a un incidente o per un glaucoma, nel sistema di connessione si crea un “buco” con la conseguente perdita della vista. Per risolvere il problema i ricercatori hanno scommesso sulle nanotecnologie e ideato un “impianto” costituito da nanoparticelle, capace di “riparare” il sistema di connessione interrotto.
Un rammendo tecnologico. Così hanno iniettato nel cervello di alcuni criceti ciechi, vicino al punto in cui si era verificata la lesione, una soluzione di peptidi (minuscole molecole che misurano cinque nanometri). Dopo sole 24 ore gli scienziati hanno osservato che il cervello aveva cominciato a ripararsi da solo e che le nanofibre iniettate progressivamente favorivano lo sviluppo e la rigenerazione degli assoni, le “ramificazioni” che hanno la funzione di trasmettere gli impulsi nervosi dal centro alla periferia. Qualche settimana più tardi i criceti hanno cominciato a recuperare parzialmente la vista.
I risultati dell'esperimento danno molte buone speranze ai ricercatori che adesso stanno pensando di sviluppare con la stessa tecnica una terapia utile a riparare il midollo spinale danneggiato, per curare alcune forme di paralisi.
(Notizia aggiornata al 15 marzo 2006)