La ricerca biotecnologica sta facendo faville ed è tutto un fiorire di protesi ed impianti che in un futuro non tanto lontano potrebbero cambiare la vita di milioni di persone, affette da patologie fortemente invalidanti: avremo orecchie bioniche, occhiali che restituiscono la vista e mani robotizzate, ma questo - ci teniamo a ribadirlo - solo tra alcuni anni.
Nel frattempo, per ingannare l’attesa, il talentuoso designer Wonkook Lee ha presentato Snail, uno speciale anello in grado di leggere ed interpretare il linguaggio Braille. Il dispositivo in questione va semplicemente infilato al pollice e, quindi, fatto scorrere sulla superficie che contiene il messaggio in rilievo: così facendo, interpreta ogni singolo carattere e, attraverso un altoparlante integrato, trasforma il tutto in parole. In questo modo, non è più necessario apprendere il complicato linguaggio inventato da Louis Braille quasi due secoli or sono, né affinare la sensibilità dei polpastrelli per cogliere anche la più piccola protuberanza; inoltre, lo Snail è in grado di registrare ciò che viene letto, per poterlo poi riascoltare con calma in un secondo tempo, ed è dotato di connessione Bluetooth, per poterlo utilizzare anche in biblioteca o in presenza di altri dispositivi analoghi indossando un comune auricolare, senza disturbare chi ci sta vicino. Funziona con una batteria al litio che si ricarica automaticamente quando viene attivato, perché la ruota che viene fatta girare sui caratteri da interpretare è collegata ad una piccola dinamo.
Per ora, lo Snail è soltanto un concept e non sappiamo né se verrà commercializzato, né quale potrà essere il suo prezzo di vendita: ci auguriamo che qualche imprenditore lungimirante decida d’investire sul progetto o, meglio ancora, sul designer che l’ha ideato, il quale ha sviluppato anche un paio d’occhiali - che ha chiamato i-Mos - che traducono in parole i movimenti oculari degli individui colpiti da paralisi generale; perché è giusto sostenere le menti più brillanti, soprattutto quando sono mosse da nobili intenti e cercano di migliorare la vita di chi è più sfortunato. (ga)