Innovazione

uBeam, l’alimentatore wireless universale

Col sistema universale uBeam.

Uno dei grandi problemi irrisolti del terzo millennio - no, non è la fame nel mondo - è il proliferare incontrollato di alimentatori e caricabatterie, che servono per far funzionare tutti gli apparecchi elettronici che utilizziamo quotidianamente. L’Unione Europea ha provato a metterci una pezza, almeno per quanto riguarda la telefonia mobile, imponendo a tutti i produttori l’adozione del connettore Micro-USB entro il 2012; ma questo provvedimento è soltanto una goccia nell’oceano, perché non interessa tablet, notebook, console portatili, fotocamere digitali e quant’altro.

Farà, quindi, molto parlare di sé nei prossimi mesi un progetto, che prende il nome di uBeam, che ha portato allo sviluppo di un innovativo sistema di ricarica wireless universale. Siamo ancora agli albori di questa nuova tecnologia, ma l’hype che la circonda è notevole: d’altronde, immaginatevi di uscire una sera con gli amici e di accorgervi che il vostro smartphone sta per spegnersi; allora entrate in un pub, ordinate da bere e, mentre ve ne state comodamente seduti al tavolo a chiacchierare, potete ricaricare qualsiasi dispositivo abbiate in tasca semplicemente collegandolo ad una piccola rotellina, dotata dei connettori più diffusi. Un vero e proprio sogno hi-tech, che oltre a birrerie e ristoranti potrà coinvolgere hotel, aeroporti ed altri edifici pubblici, rendendo di fatto il sistema ubiquitario. Come abbiamo già detto, il progetto sta muovendo i suoi primi passi: l’area di copertura dei prototipi è piuttosto ridotta, l’energia trasmessa è sufficiente appena per un pugno di cellulari ed i costi di produzione sono elevati; con il tempo, però, la situazione non potrà che migliorare, arriveranno custodie compatibili che non richiederanno più alcuna connessione ed infine i prezzi verranno ridotti. I creatori di uBeam hanno, inoltre, pensato a due diversi tipi di trasmettitore, per venire incontro alle esigenze della clientela: ce ne sarà uno, più compatto e dalle prestazioni più contenute, ad uso personale ed uno più grande, che ricorda vagamente una palla stroboscopica, per i luoghi pubblici. L’idea è davvero geniale, anche se non particolarmente originale: dovete sapere, infatti, che oltre un secolo fa il fisico Nikola Tesla dedicò buona parte della sua vita alla ricerca nel campo dell’induzione elettromagnetica e riuscì ad accendere una lampadina senza attaccarla direttamente ad una presa di corrente.

Un’altra notizia dell’ultima ora getta, invece, ombre inquietanti sul futuro di questa tecnologia: l’OMS ha finalmente pubblicato i risultati di anni di analisi effettuate sulle radiazioni emesse dai cellulari ed ha evidenziato un collegamento tra l’uso prolungato di questi dispositivi e l’insorgenza di tumori, in particolare al cervello.

D’ora in poi, conoscendo i rischi che si corrono, chi vorrà rinunciare ad un banale filo? La paura fa novanta, non dimenticatelo, e forse uBeam è arrivato leggermente fuori tempo massimo: paradossalmente, nonostante si tratti di una delle invenzioni più geniali dell’anno, alla fine potrebbe rivelarsi un clamoroso flop. (ga)

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5 giugno 2011 Luca Busani
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