L'Università dell'Arizona ha chiesto aiuto agli internauti per analizzare alcune immagini ad altissima risoluzione della superficie di Marte e trovare la sonda Mars Polar Lander, caduta sul pianeta rosso nel 1999. E se a trovarla fosse un lettore di Focus.it? (Alessandro Bolla, 19 maggio 2008)
Avete la vista di un falco, tanta pazienza e un pizzico di fortuna? Potreste far scrivere il vostro nome negli annali dell'esplorazione spaziale. Come? Aiutando gli scienziati dell'Università dell'Arizona a ritrovare la sonda Mars Polar Lander precipitata su Marte nel 1999 e di cui si è persa ogni traccia. Dopo anni di vane ricerche gli esperti hanno deciso di chiedere un aiuto agli internauti di tutto il mondo. Hanno perciò aperto al pubblico la partecipazione al progetto HiRISE (High Resolution Imaging Science Experiment, esperimento scientifico su immagini ad alta risoluzione): una sorta di "aguzza la vista" interplanetario finalizzato all'analisi delle fotografie della probabile zona di impatto della sonda. Il team di HiRISE ha messo online 18 immagini della zona di Marte in cui dovrebbe trovarsi il Polar Lander (e una di come dovrebbe o potrebbe apparire visto dall'alto). Già diversi volontari sostengono di aver individuato la sonda o il paracadute, ma tutte le segnalazioni sono ancora in corso di verifica.
PIÙ PIXEL PER TUTTI
Se avete voglia di cimentarvi in questa impresa non dovete far altro che collegarvi al sito di HiRISE e fare scorrere le gigantesche fotografie da 20.000 per 80.000 pixel (l'equivalente di circa 1.500 videate di un normale computer) alla ricerca di qualche traccia. Sul sito è disponibile una guida che aiuta a distinguere buche, sassi e quant'altro può ingannare un occhio non esperto. «Se è vero che molti occhi possono vedere meglio di pochi, è altrettanto vero che da questa operazione ci attendiamo un elevato numero di falsi positivi», avverte però Alfred McEween, responsabile del progetto.
Anche i computer sbagliano. L'unica possibilità di ritrovare la sonda è che sia effettivamente caduta nella zona prevista dagli scienziati. Ritrovarla e poterne verificare le condizioni permetterebbe di scoprire che cosa è andato male nella fase di atterraggio: l'ipotesi più accreditata è che la scossa provocata dall'apertura dei carrelli abbia ingannato il pilota automatico facendogli credere di aver già raggiunto il suolo. Il sistema avrebbe così spento i motori a 40 metri di altezza provocando la rovinosa caduta della sonda.
Volontari per la ricerca. Il coinvolgimento degli internauti in progetti di ricerca di questo tipo non è una novità: già nel 2006 i responsabili di Stardust@home avevano chiesto aiuto alla comunità Internet per analizzare oltre un milione di fotografie di una lastra in gel riportata sulla Terra dalla sonda Stardust e identificare su di esse frammenti di stella cometa. Qualcosa di simile stanno facendo i 125.000 volontari che partecipano a Zoo Galaxy: analizzano le immagini astronomiche di migliaia di galassie e le catalogano.
L'operazione HiRISE è aperta a tutti: e se a trovare il Mars Polar Lander fosse proprio un lettore di Focus.it?