Il 2007 è il 125° anniversario della scoperta del Mycobacterium tuberculosis, l'agente infettivo della tubercolosi (Tb). Sebbene negli anni '50 sembrasse che la malattia fosse a un passo dall'essere relegata nei libri di storia della medicina, dall'inizio del 2000 le sue vittime sono state più di un milione l'anno. Che cosa è andato storto? Ma, soprattutto, possiamo arginare la nuova ondata di infezioni e debellare una volta per tutte il "mal sottile"? Forse sì, grazie a una tecnologia creata per le missioni spaziali...
di Susanna Trave
Tubercolosi: numero di casi ogni 100.000 abitanti. |
C'è, ed è diffusa, l'erronea convinzione che la Tb appartenga ormai al passato. Lo sviluppo dell'antibiotico streptomicina, nel 1943, rappresentò una cura efficace, tanto che alla fine degli anni '50 la malattia era considerata debellata. Al contrario, ancora oggi, più di un terzo della popolazione mondiale è infetto, con Asia e Africa al primo posto nella triste classifica, e la Tb rimane una grave minaccia per la salute mondiale, tanto quanto lo era prima dell'avvento dell'antibiotico.
Che cosa è andato storto?
La scarsa attenzione ai programmi di controllo, con un utilizzo non appropriato degli antibiotici, ha portato allo sviluppo di ceppi resistenti al farmaco. Questo, insieme con la diffusione dell'Hiv, con il quale la Tb tende a interagire in modo drammatico (la combinazione delle due infezioni è letale), hanno favorito una recrudescenza della malattia che, ora, fa presagire un'escalation fuori controllo. Anche perché l'attuale metodo diagnostico non è accurato, e i soggetti malati possono restare per molto tempo fuori controllo e, quindi, in grado di trasmettere la malattia.
Il bilancio mondiale della tubercolosi
Molti investimenti, sia pubblici sia privati, sono stati dedicati alla risoluzione del problema e, oggi, si sono aggiunti nuovi farmaci all'armamentario terapeutico contro il batterio. Ma non è stato sufficiente. Sono ancora necessari la rivisitazione dei regimi terapeutici, un vaccino che funzioni a dovere e, soprattutto, un metodo efficace per diagnosticare subito l'infezione.
A caccia del micobatterio con tecnologie spaziali
Per quanto riguarda la diagnosi, si è affacciata di recente una nuova possibilità. Uno strumento che era stato messo a punto per la missione su Marte Beagle-2 (e che per giunta non ha soddisfatto le aspettative) sembra ora poter essere utilizzato con successo per la diagnosi della Tb. Secondo gli studiosi della Open University e della London School of Hygiene, infatti, il minuscolo kit "spaziale" contenente un GC/MS (gas-cromatografo/spettrometro di massa), utilizzato per identificare le strutture chimiche sul suolo marziano, può individuare con certezza nel polmone di un paziente, l'impronta digitale chimica del micobatterio, rappresentata dalla peculiare struttura del suo rivestimento.
(Notizia aggiornata all'8 ottobre 2007)