Il tappeto volante non è più pura fantasia. |
Per prima cosa, decidete l'ambiente in cui volete spostarvi. L'aria, direte voi. Gli scienziati per comodità hanno utilizzato un fluido da laboratorio con caratteristiche simili a quelle dell'aria, nel quale hanno immerso una lamina flessibile capace di gonfiarsi e restringersi in risposta a segnali esterni. In pratica il suo moto ricorda quello delle mante, che volteggiano sott'acqua grazie a una serie di piccole increspature delle loro "ali", con le quali creano una pressione capace di contrastare la forza di gravità e bilanciare il loro peso. Ecco il primo segreto per fare un buon tappeto volante: creare delle onde.
Avanti tutta!
Adesso che siete riusciti a farlo stare sospeso, se non volete rimanere lì a mezz'aria bisognerà imparare a far avanzare il vostro tappetino. È sufficiente fare in modo che le onde si propaghino da una sola estremità: il tappeto s'inclinerà leggermente, e poi tenderà a spostarsi verso l'alto. Per accelerare basterà fare in modo che le onde siano molto ampie; se però soffrite il mal d'aria, potete optare per una serie di vibrazioni più piccole ma molto frequenti.
E come ci salgo?
È ancora un po' presto però per progettare una linea di trasporti aerei su moquette. I ricercatori dell'Università di Harward hanno fatto un paio di calcoli: per volare, una lamina lunga dieci centimetri non dovrebbe superare gli 0,1 millimetri di spessore, ma soprattutto dovrebbe vibrare alla frequenza di dieci hertz, ossia 10 oscillazioni al secondo, ognuna con ampiezza di 0,25 millimetri. Troppo per lo stomaco di chiunque. E troppo piccolo, pure? Be', pare che realizzare un tappeto più pesante non sia proibito dalle leggi della fisica, ma per farlo volare occorrerebbe un motore capace di generare un numero impressionante di vibrazioni. Per ora quindi dovremo accontentarci di minuscoli zerbini svolazzanti di materiali leggerissimi, sopra i quali, in ogni caso, non potremo salire.