Ecco a voi il più piccolo buco mai realizzato: ha un diametro di 22 micron, un terzo di quello di un capello.
Un microscopico trapano (nell'inserto) per la realizzazione di microscopici buchi, 4 volte più piccoli di un capello umano: ecco l'ultima frontiera delle nanotecnologie. Il buco in alto ha un diametro di 22 micron. Quello in basso di 28. |
Piccolo è bello… Si tratta di un foro del diametro di 22 micron, pari a 0,022 millimetri. Per avere un'dea delle reali dimensioni di questa nanometrica impresa basti pensare che il diametro di un capello umano oscilla tra i 50 e gli 80 micron.
Il lillipuziano risultato è stato ottenuto grazie all'utilizzo di uno specialissimo trapano che sfrutta il principio dell'elettroerosione o EDM (Electro-Discharge Machining). La lastra da forare viene immersa in un fluido dielettrico (cioè non in grado di condurre elettricità) e poi lavorata con un elettrodo collegato ad un generatore di corrente continua: quando la differenza di potenziale tra l'elettrodo e il fluido è sufficientemente alta, parte una scarica elettrica che rimuove una piccola quantità di materiale dal metallo. L'elettrodo utilizzato a Cardiff ha un diametro di appena 6 micron, e la sua stessa realizzazione è stata una vera e propria sfida.
… più piccolo è meglio. La tecnologia utilizzata fino a oggi per la realizzazione dei nanobuchi prevedeva l'utilizzo del laser, con il quale non si possono però ottenere fori di diametro inferiore ai 150 micron. L'elettroerosione, inoltre, a differenza del laser, consente di ottenere fori perfettamente verticali e di altissima qualità, indispensabili per la realizzazione di micro computer e di minuscoli dispositivi diagnostico-terapeutici da inserire all'interno del corpo umano.
(Notizia aggiornata al 13 gennaio 2006)