Poche volte negli ultimi si era visto così tanto entusiasmo tra coloro che avevano seguito il lancio di un razzo che portava a bordo dei satelliti per comunicazione. Ma c’era ragione di esserlo. Per la prima volta infatti, il primo stadio del razzo che ha raggiunto l’orbita terrestre è ritornato a Terra, in piedi, sulle sue zampe metalliche per poter essere riutilizzato in seguito.
C’è riuscita la Space X, che questa notte, alle 2 e 29 ora italiana, ha lanciato il suo razzo Falcon 9 con a bordo 11 satelliti per la Orbcomm.
Con una discesa molto veloce il primo stadio del Falcon 9 è rientrato a Cape Canaveral e si è posato al suolo dopo aver raggiunto una velocità di 5.900 km/h e una quota di circa 200 km.
Nel tweet qui sotto, la foto della doppia scia: a sinistra quella del decollo, a destra quella del rientro.
Congrats @SpaceX for sticking the landing! 10/10 #Falcon9 @FLtoday_Dean @ORBCOMM_Inc @NASAKennedy @ExploreSpaceKSC pic.twitter.com/BLprCu8rNR
— Barry Bonzack (@bonzack) 22 Dicembre 2015
A SEI MESI DALL’INCIDENTE. Il lancio è avvenuto dopo diversi rinvii, ma era molto atteso perché circa 6 mesi un Flacon 9 esplose in volo, mentre avrebbe dovuto portare materiale da rifornimento alla Stazione Spaziale Internazionale. Space X infatti, è diventato un regolare rifornitore della Nasa, in quanto mette a disposizione una capsula, la Dragon, che è in grado di portare cibo, esperimenti e acqua alla stazione spaziale.
In ogni caso, trovato il difetto che ha fatto fallire l'ultimo lancio, (si era spezzato un sostegno interno del secondo stadio) si è provveduto a trovare la soluzione al problema e nel frattempo si è incrementata la potenza del razzo stesso.
Ma il lancio era ancora più atteso perché si tentava per la terza volte di far tornare in piedi il primo stadio su una piazzola in un punto ben preciso. Space X ci aveva già tentato due volte in precedenza, tentando il rientro su una piazzola costruita in Oceano Atlantico, ma in entrambi i casi lo stadio del razzo, pur essendo atterrato, è caduto in fase di approccio alla piattaforma. Questa volta si è tentato sulla terraferma e l’esperimento è riuscito pienamente.
IL PREDECESSORE. Ad onor del vero il ritorno a Terra dello stadio di un razzo era già avvenuto lo scorso mese di novembre. Era stato lanciato dalla Blue Origin, il cui razzo però, non aveva lo scopo di raggiungere l’orbita terrestre, ma solo i 100 chilometri d’altezza al fine di portare (in un prossimo futuro) turisti in un volo suborbitale a bordo di una capsula.
Il successo di Space X, invece, è molto più significativo perché il Falcon 9 è un razzo che porta le sue navicelle in orbita terrestre, ma vuole ben presto raggiungere anche Marte.
Far tornare a Terra gli stati dei razzi e in futuro anche i booster (i razzi supplementari) significa ridurre enormemente i costi di lancio perché si possono recuperare i motori, che sono gli elementi più costosi di un razzo. «E questo – ha spiegato Elon Musk, proprietario della Space X - renderà economicamente fattibile l’esplorazione umana di Marte».