Un quarto di secolo di posta indesiderata.
Il termine spam deriva da una diffusa marca di carne in scatola americana resa celebre da uno sketch dei Monty Python del 1972: una cameriera presentava a due clienti un menu a base di spam, continuando a ripetere la stessa parola. Leggi la traduzione e ascolta la scena originale. |
L'invio di posta elettronica indesiderata a fini commerciali, meglio nota con il nome di spam, compie 25 anni. Ci sarà qualcuno disposto ad accendere una candelina per l'evento? Di certo non i milioni di “perseguitati”.
Una ricerca dettagliata ha permesso ad alcuni storici della rete di stabilire che la prima junk-mail fu trasmessa nel 1978, quando Internet era noto come Arpanet (operativo già da circa nove anni) e permetteva a università e organi di governo lo scambio di e-mail. Il 3 maggio 1978 un manager del marketing della Digital Equipment Corporation decise di trasmettere agli utenti di Arpanet della West Coast un invito alla presentazione di una nuova gamma di microcomputer. L'e-mail fu interpretato come elemento di rottura rispetto alla politica condivisa dalla rete: le e-mail di Arpanet, infatti, dovevano essere utilizzate con fini di ricerca e non commerciali.
Spazzatura primordiale. Brad Templeton, promotore dello studio, è risalito anche al primo utilizzo del termine “spam” per descrivere un messaggio e-mail “di rifiuto”, noto come junk mail. Il 31 marzo 1993 Richard Depew, amministratore delegato di Usenet, inviò inavvertitamente 200 volte lo stesso messaggio a un gruppo di discussione. Gli utenti oltraggiati di Usenet bollarono il “super-messaggio” come spam, un termine che si riferisce a una marca di carne in scatola americana molto diffusa (soprattutto nell'esercito) e divenuta celebre per una scena dei Monty Python.
Attenti ai furbi. Se nel 2001 il fenomeno rappresentava l'8 per cento dell'intero traffico di e-mail, oggi ha raggiunto il 40 per cento e, oltre a infastidire i fruitori della rete, è portatore di falsità. Secondo uno studio della Commissione commerciale federale degli Stati Uniti, circa il 66 percento di 1000 junk mail contengono offerte false e sono utili soltanto agli spammer per incrementare le liste degli indirizzi e-mail attivi da vendere accuratamente al miglior offerente.
(Notizia aggiornata al 27 maggio 2003)