Nella serata del venti aprile la Sony ha messo offline il Play Station Network e tutti i relativi servizi associati.
Da allora i server sono ancora down e circa sessantanove milioni di utenti sono al momento esclusi da ogni servizio online di gioco.
Le voci naturalmente hanno iniziato a susseguirsi ma fino ad oggi non vi era stata alcuna dichiarazione ufficiale da parte della casa giapponese.
Finalmente dopo diverse ore di attesa sul blog ufficiale della PS3 è apparsa la conferma di un attacco esterno da parte di alcuni hacker che ha costretto i programmatori a sospendere il servizio in modo da controllarne la sicurezza e stabilità.
Ma perché sarebbe accaduta una cosa del genere?
Tutto è partito quando Sony ha portato in tribunale l’hacker George Francis Hotz, alias GeoHot, ritenuto responsabile della diffusione dell’ormai famoso jailbreak. L’accusa era addirittura di violazione del Digital Millennium Copyright Act il quale inasprisce la pena nel caso di violazione e divulgazione di tecnologie che possano a loro volta essere utilizzate al fine di danneggiare prodotti coperti da copyright.
L’accanimento da parte dei legali Sony ha scatenato a sua volta una reazione a catena e diversi gruppi di hacker fra i quali i famosi Anonymous hanno dichiarato apertamente guerra alla società arrivando, secondo alcune indiscrezioni, a ottenere diversi indirizzi e dati personali di dipendenti e anche di alcuni dirigenti.
A quanto pare quindi l’attacco è stato probabilmente causato per “punire” una reazione considerata “eccessiva” ma come sempre ad essere penalizzati sono stati i giocatori di decine di nazioni che al momento non possono fare altro che attendere la soluzione del problema.
Siamo comunque sicuri che la vicenda non sia ancora definitivamente conclusa. (pp)
Mario De Rosa