Spostare oggetti e svolgere azioni solo con il pensiero, grazie a un computer collegato al cervello: cinque pazienti di una clinica di Boston potrebbero provarlo nei prossimi mesi.
Un giorno un microchip collegato a un computer, impiantato nel cervello di alcune persone disabili potrebbe renderle capaci di svolgere azioni in autonomia e guidare una sedia a rotelle solo con la forza del pensiero. |
Scrivere una mail senza usare mouse e tastiera o versare il tè senza muoversi dalla scrivania, usando solo la forza del pensiero… Non stiamo parlando di telepatia, ma di una nuova tecnologia che si basa sul brain-computer, un sistema capace di raccogliere segnali dal cervello (in inglese “brain”) e trasmetterli a un computer per attivare robot e altri dispositivi. Sembra uno scenario da film di fantascienza modello Matrix, o il prototipo di qualche laboratorio di frontiera, eppure un'azienda elettromedicale del Massachussets nei prossimi mesi vuole testare uno di questi sistemi su cinque disabili. Se i test funzioneranno, potrebbe essere il primo computer capace di “leggere nel pensiero” a essere messo in commercio (non prima del 2007, però).
Un sistema cervellotico. In una clinica di Boston alcuni chirurghi "attaccheranno" ai neuroni di cinque pazienti tetraplegici (che non hanno l’uso delle braccia e delle gambe), un chip di due millimetri, capace di catturare i segnali del cervello. I segnali passeranno poi, attraverso la fibra ottica a un lettore che li tradurrà nel linguaggio del computer, che a sua volta elaborerà informazioni e invierà dei comandi. Durante i test i pazienti potranno svolgere poche ma accurate azioni. «Il nostro obiettivo è permettere di usare con sicurezza il personal computer. - ha spiegato a Focus.it il presidente di Cyberkinetics, Tim Surgenor - Stiamo lavorando perché sia possibile, usando solo il sistema neurale, puntare e premere con precisione un oggetto sullo schermo come si fa di solito con un mouse e scrivere con una certa velocità su una tastiera visuale. Puntiamo, inoltre in questa fase, a fornire una serie di pulsanti che accendano o spengano alcuni dispositivi a distanza».
Un microchip per muoversi. Negli Stati Uniti vi sono diverse università che studiano il modo per connettere il cervello al computer. Il dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Brown ha sviluppato questo avanzato strumento per aiutare le persone con gravi problemi motori, che potranno interagire e comunicare attraverso un computer usando solo il pensiero. Un domani, grazie a sonde elettriche impiantate nei muscoli potrebbero addirittura muovere i loro stessi arti. Tuttavia i ricercatori non negano che la nuova tecnologia del brain-computer di cui esistono diversi prototipi oggi allo studio anche in Europa, un giorno potrebbe avere diverse applicazioni dal campo dell’insegnamento, a quello militare e della diagnosi medica fino all’intrattenimento.