La tassa per la copia privata è un barzello - introdotto dalla SIAE (Società Italiana degli Autori ed Editori) alla fine del 2009 - che paghiamo, ormai senza più accorgercene, su tutti i prodotti in grado di archiviare e generare copie di materiale coperto da copyright. Una tassa che si basa sull'assunto che tutti copino prodotti coperti dal diritto d'autore.
In un emendamento inserito nella Legge di Stabilità in discussione alla Camera è stato deciso di adeguare l'equo compenso alla media europea. Un calcolo piuttosto "anomalo" visto che la SIAE - promotrice dell'emendamento - prende in considerazione solo i paesi dove è in vigore questo "balzello", lasciando fuori dal conteggio quelli che hanno deciso di non applicarlo come Gran Bretagna e Spagna (e dove dunque la tassa è pari a zero euro).
L'attuale equo compenso in vigore prende di mira in Italia CD, DVD, VHS, Blu-Ray, supporti analogici, registratori, computer con o senza masterizzatore, memorie, hard disk, SSD e chiavette. Oltre ovviamente a tutti i dispositivi "smart" con memoria integrata.
La SIAE ha deciso di diminuire l'equo compenso su alcuni prodotti come videoregistratori, telefonini "old fashion" e registratori a nastro che sono quasi completamente spariti dalla circolazione; contestualmente ha deciso di aumentarlo su quelli di nuova generazione come smartphone, tablet e Smart TV. Ovviamente il tutto porterà a un rincaro dei prezzi dei dispositivi elettronici in questione.
Cosa se ne farà la SIAE di tutti questi soldi? Sembra che lo scopo dell'aumento dell'equo compenso sia quello di promuovere le attività culturali, erogare borse di studio, finanziare nuovi talenti nei settori della musica, del cinema, del teatro e della letteratura.
Ecco gli aumenti che si profilano all'orizzonte, neanche tanto lontano, perché si parla di gennaio. Se l'emendamento, alla fine dell'iter parlamentare restasse così com'è stato concepito, il contributo per l'acquisto di un nuovo smartphone o tablet sarà di 5,20 euro (oggi 50 centesimi) - pari a un aumento del 500% - e 6 euro per i computer (prima 3,20 €). Entrano nella famigerata lista anche le TV con funzioni di registrazione con un balzello di circa 5 euro.
A conti fatti, la nuova legge equivale a un terzo dell’intero bilancio della SIAE e, secondo le prime stime, porterò la Società Italiana degli Autori ed Editori a guadagnare circa 210 milioni di euro all'anno, rispetto agli attuali 80 milioni.