Basta con i software saputelli che ci battono ai giochi da tavolo, o che parlano tra loro in lingue indecifrabili. In occasione di Halloween gli scienziati del MIT ne hanno creato uno specializzato in qualcosa di meglio: scrivere racconti dell'orrore.
Si chiama Shelley, come la Mary vittoriana autrice di Frankenstein, ed è stata descritta come parte di un progetto più esteso, una macchina generatrice di incubi (che assembla anche facce spaventose). Shelley è in grado di comporre brevi storie raccapriccianti che "pubblica" su Twitter, dove ha ingaggiato una divertente collaborazione con i suoi follower: al grido di #yourturn ("tocca a te"), chiunque può completare il suo racconto con un altro tweet, e il software prosegue poi da quel punto.
Maestri umani. Ha imparato l'arte in un forum di Reddit dove gli utenti condividono racconti di case infestate e altre amenità. Per ora scrive cose tipo:
Ricordo il suo viso in uno sguardo di orrore, ed era agonia e malizia. Mi sentivo in trappola. Ero intrappolato in questo letto d'ospedale.
oppure
Il mio cuore sta battendo così velocemente che è un po' più corto del mio respiro. Credo di essere stata seguita. Non so che cosa mi sia successo, o perché ho avuto paura, ma ho bisogno di sapere perché. Ho bisogno di sapere che cosa è accaduto.
Nessun blocco dello scrittore. A parte qualche trascurabile problema logico e sintattico, la scrittrice in erba se la cava alla grande (chi apprezza i racconti in lingua originale può leggerli qui). In fondo, il significato "sinistro" emerge sempre. Finora Shelley è riuscita a produrre una storia da brividi composta da due o tre tweet ogni ora. I suoi temi preferiti rispecchiano i contenuti di quel che legge: morte, suicidi, gole squartate e arti mozzati.