Hasselblad: basta il nome per suscitare timore reverenziale nel cuore dei fotografi di tutto il mondo. Il marchio svedese è infatti sinonimo d’eccellenza nel settore, ma al tempo stesso di prezzi pressoché proibitivi. Pensate che venne scelta da Aldrin per immortalare lo sbarco sulla Luna e che qualsiasi modello della serie H4D costa più di una comune utilitaria: d’altra parte, come recita lo stesso manuale d’uso all’interno della confezione, chi acquista una Hasselblad non lo fa mai d’impulso. Ciò nonostante, siamo pronti a scommettere che nessuno ci penserà due volte quando saprà che è possibile costruirsene una in casa per pochi centesimi.
In verità, l’idea non è nata nei laboratori di Göteborg, bensì nella homepage di Kelly Angood, una talentuosa designer inglese, la quale ha pubblicato una serie di scatti, effettuati con una fotocamera stenoscopica fatta di cartone, dalle sembianze di una vecchia Hasselblad con mirino a pozzetto. La tecnica adottata dall’artista è tanto semplice quanto antiquata: le cosiddette pinhole camera non utilizzano ottiche sofisticate, né tantomeno sensori elettronici di ultimissima generazione, ma soltanto un buco ed una pellicola tradizionale. A tutto il resto ci pensa la fisica con le sue leggi: i raggi luminosi provenienti dal soggetto dell’inquadratura convergono nel forellino che funge da obiettivo e penetrano capovolti all’interno di una camera oscura, impressionando con un’esposizione relativamente lunga il film posizionato sul dorso. I risultati non sono certo dei migliori, poco nitidi e dalle forti vignettature, eppure gli scatti proposti dalla Angood sono davvero suggestivi, colmi di un fascino d’altri tempi. Sulle stesse pagine web, ora è possibile scaricare una guida con tanto di sagome pronte da stampare, per poter costruire con una scatola di cartoncino corrugato una macchina analoga: al momento, è disponibile la sola versione compatibile con le pellicole 120 - quelle utilizzate anche da alcuni modelli di Lomo - mentre a breve ne verrà pubblicata una seconda, che impiegherà i più comuni rullini da 35mm.
Senza dubbio, un prodotto simile non potrà mai accompagnare il rover Curiosity nella sua missione su Marte, ma, in tempi in cui l’elettronica cerca di superare l’ottica, questo ritorno alle radici della fotografia fa quasi tenerezza: chissà se la moda vintage riuscirà ad affermarsi perfino in questo campo e se magari, durante il prossimo Photokina, dedicheranno uno spazio alle macchine "fai da te".(ga)