di Luca Busani
iPhone 5 e Galaxy Note 2 sono i due smartphone del momento, anche se entrambi hanno deluso le aspettative per lo stesso motivo: la fotocamera. Tutta colpa di Sony e, così, Samsung ha deciso di sviluppare da sola un nuovo sensore da 13 Megapixel.
"Il Galaxy Note 2 avrebbe già dovuto avere un sensore da 13 Megapixel"
Impressioni di settembre - Prima è arrivato il Galaxy Note 2: bellissimo lo schermo, ottime le prestazioni e pratico il nuovo pennino, ma la fotocamera è la stessa già vista nel fratello minore Galaxy S III. Poi è stato il turno dell’iPhone 5: le dimensioni dello schermo sono cresciute, il processore è diventato ancora più potente e il sistema operativo iOS 6 ha portato grossi cambiamenti, eppure la fotocamera è rimasta pressoché immutata.
Fermi tutti - In entrabi i casi, insomma, il sensore si è fermato a 8 Megapixel: un valore di tutto rispetto, questo è certo, ma nulla di strabiliante come ci si sarebbe aspettati da giganti dell’elettronica del calibro di Apple e Samsung. Oltretutto, i rumors che avevano preceduto il lancio dei due dispositivi parlavano di nuovi sensori da 13 Megapixel, che avrebbe dovuto fornire Sony. La casa giapponese - o chi per lei - deve aver avuto qualche contrattempo e, così, i nuovi modelli sono rimasti bloccati alla fotocamera della generazione precedente.
Samsung balla da sola - Samsung in particolare non sembra aver gradito il rallentamento provocato da Sony e ha deciso di iniziare a muoversi in modo autonomo, per evitare che problemi simili possano ripetersi in futuro. È nato in quest’ottica il nuovo sensore da 13 megapixel, che la multinazionale di Seul sta preparando nei suoi laboratori coreani e che non sarà pronto prima dell’anno prossimo. Dovremo pertanto aspettare la seconda metà del 2013 prima di poter ammirare i nuovi smartphone che lo monteranno.
Foto più luminose - Non è trapelato quasi nulla al riguardo, al momento, a parte la risoluzione massima - 4.208 x 3.120 pixel - e la retroilluminazione attiva, che di fatto lo renderà un sensore di tipo BSI. Quest’ultimo dettaglio è forse il più interessante, perché contribuirà ad aumentare la qualità degli scatti, soprattutto in condizioni di scarsa illuminazione: d’altra parte, è risaputo che i flash integrati negli smartphone non fanno i miracoli e che l’apertura focale delle loro ottiche non è sempre adeguata.
LG a sorpresa - Dobbiamo, quindi, prepararci a un futuro con tanti MPixel in più, soprattutto nel settore della telefonia mobile? Sembrerebbe proprio di sì, anche se non sarà la sopraccitata Samsung ad aprire le danze.
Oltre a Sony, che per prima ha raggiunto la vetta con il suo Xperia T, presentato all’IFA di Berlino, a breve si aggiungerà anche LG, che monterà lo stesso sensore da 13 megapixel nel suo phablet - neologismo che indica un ibrido tra smartphone e tablet, come il Galaxy Note - Optimus Vu.
Sony non fa distinzioni - Ti stai chiedendo come abbia fatto LG a ottenere questa fornitura in tempo utile e Samsung invece no? La risposta è semplice: Sony non ha fatto favoritismi tra le due aziende coreane, bensì si è basata sulle stime di vendita. La prima, infatti, ha richiesto un numero di pezzi nettamente inferiore alla seconda e, così, la casa giapponese è riuscita a evadere l’ordine senza problemi. La morale della favola è quasi paradossale: se solo Samsung avesse avuto meno successo, forse avrebbe potuto lanciare uno smartphone migliore. (sp)