È un virus estremamente contagioso e potenzialmente mortale che ha già duramente colpito il settore ittico. L’infezione, dopo gli allevamenti, si sta diffondendo anche in natura con conseguenze catastrofiche per i poveri salmoni.
Il virus era già noto agli esperti del settore e alle aziende ittiche che, quando colpite, hanno perso ben il 70% dei loro salmoni. I ricercatori della British Columbia hanno purtroppo scoperto due esemplari infetti nel Pacifico nord-occidentale nel corso di uno studio sul salmone rosso nel fiume Inlet in Canada. Il professor Richard Routledge, a capo della ricerca rivela, spiega che la diffusione del virus arriva da uno dei 48 allevamenti della zona, da anni grandi importatori di salmone dall'Europa. Una teoria confermata dal fatto che i due esemplari erano positivi al ceppo europeo di anemia infettiva.
La diffusione del virus avrebbe conseguenze letali non solo per i poveri salmoni, ma anche per gli animali che si nutrono di loro - come grizzly, orche e lupi - che perderebbero un’importante fonte di nutrimento e sarebbero costretti a variare l'alimentazione. Senza contare le ripercussioni negative sull'intero settore che vive di quest’attività: migliaia di persone in tutto il mondo potrebbero ritrovarsi senza un lavoro visto che non esiste nessun vaccino o rimedio per l'anemia infettiva.
L'unica nota positiva in questo scenario apocalittico è che il virus non può essere trasmesso all'uomo. Finché ovviamente non muta… (sp)