Quello che si sa di Rustok, botnet che ha minacciato di recente la Rete, non è moltissimo. Si parla di un numero di computer infetti oscillante fra i 250.000 e gli 800.000, ma alcuni analisti sostengono che il problema sia di dimensioni più limitate.
Limitata non è stata certamente la risposta di Microsoft, che ha attivato la propria unità anticrimine, la Microsoft Digital Crimes Unit, per decapitare la botnet. Dopo aver ricevuto il via libera da parte delle autorità competenti, la DCU ha lavorato incessantemente assieme ad altri gruppi, fra i quali alcuni interni a Microsoft, la compagnia anti-malware FireEye e l'Università di Washington e perfino una casa farmaceutica, la Pfizer, parte lesa delle catene di spam inviate tramite Rustok.
Ovviamente, hanno partecipato alle grandi manovre anche i cyber-nuclei anticrimine di diverse polizie, fra cui quella olandese e cinese, per imporre agli ISP di debellare le migliaia di domini infetti.
Si tratta di una vittoria definitiva? Quel che è certo è che dopo l'attacco ai server maligni, datato 17 Marzo, la botnet è rimasta silente. Un buon successo per Microsoft, ma anche un'ottima dimostrazione di come le autorità di controllo di sicurezza si possano coordinare in modo rapido ed efficace.