Dimenticatevi di bluetooth, wifi e anche della tecnologia NFC (Near Field Communication, quella che ci permette di connettere due dispositivi solo avvicinandoli): in futuro basterà respirare (nel vero senso della parola) per connettere il proprio cellulare con uno smartwatch, gli auricolari o con un altro dispositivo indossabile (in inglese wearable). La tecnologia è stata battezzata B2P (breath to pair, respira per connettere), è illustrata in un nuovo studio della Cornell University, e, va detto, al momento si presenta tutt'altro che confortevole (ma speriamo si tratti di un difetto di gioventù!).
Fasciati... La respirazione dell'utente viene misurata utilizzando delle fasce che avvolgono l'addome e il petto e ne rilevano il movimento: questo metodo si chiama pletismografia a induttanza respiratoria, e serve normalmente a valutare la ventilazione polmonare. Un accelerometro attaccato al petto fornisce poi informazioni aggiuntive sul modo in cui l'addome si muove a ogni respiro, e il personale andamento respiratorio dell'utente viene poi convertito in una "chiave" criptata, che può essere utilizzata per confermare l'abbinamento tra due dispositivi. La chiave viene generata ogni 2,85 secondi, il che lascia ben poche possibilità a un eventuale hacker di connettersi al posto nostro e rubarci dati sensibili.
… ma sicuri. «È importante che la comunicazione tra dispositivi sia crittografata per sicurezza», sottolinea Jafar Pourbemany, capo dello studio. Molti dei nostri dispositivi indossabili contengono informazioni importanti e riservate sulla nostra salute (frequenza cardiaca, pressione, ecc), e per questo è importante evitare che un hacker possa connettersi e rubare questi dati sensibili. Certo, come si diceva, c'è ancora un po' di lavoro da fare, soprattutto per quanto riguarda il comfort: l'idea di camminare o correre con il corpo ricoperto di fasce non sembra proprio il massimo, ma il progetto è ancora agli inizi e può sicuramente essere migliorato.