Decine di migliaia di persone aspettano da ore per vedere un concerto. L'artista entra: un boato e tutto lo stadio trema. Ma non solo per l'emozione e l'entusiasmo della gente, lo stadio trema veramente. Nel 2003 un concerto di Vasco Rossi avrebbe fatto oscillare lo stadio San Siro di Milano di 5 centimetri, secondo gli esperti che hanno fatto successivamente le rilevazioni. Ma gli studi sugli effetti provocati dalla musica sulle strutture che ospitano i concerti sono lunghi e talvolta anche poco precisi.
All'Università di Sheffield in Inghilterra hanno sviluppato un nuovo sistema per monitorare le vibrazioni e le oscillazioni degli stadi durante i grandi eventi di massa.
Monitoraggio in tempo reale
Il sistema funziona grazie ad alcuni sensori che misurano in tempo reale il livello di vibrazioni e con telecamere a circuito chiuso che registrano quello che le persone fanno (se saltano o stanno seduti).
«Uno dei problemi maggiori per noi esperti è quello di capire come gli stadi oscillano quando ci sono le persone dentro» afferma Paul Reynolds che ha guidato il progetto. Non è ancora chiaro, infatti, come rispondano le strutture - soprattutto gli stadi che non sono stati costruiti per i concerti rock - al movimento di un mare di persone che si muovono a tempo.
Il sistema di monitoraggio è stato testato per un anno: prima nello stadio della città di Bradford registrando i “movimenti” della struttura durante 20 partite di calcio e 9 di rugby e successivamente durante due concerti degli U2 e uno degli Oasis al City of Manchester.
Siamo sicuri?
I dati raccolti e tutte le informazioni che i ricercatori riusciranno ad avere serviranno per costruire un modello al computer che potrebbe essere usato dagli ingegneri per le costruzioni future. Tuttavia la sensazione generale, assicura Reynolds dopo i test, è che anche gli stadi di oggi siano sicuri. Ma in futuro potrebbero migliorare e grazie a queste informazioni si potrebbe perfezionare l'acustica e fare a meno di quella sgradevole sensazione di “terremoto” sotto i piedi.