I primi grandi calcolatori non avevano veri e propri file, cioè documenti elettronici a sé stanti che contengono un programma funzionale, o un testo. Vennero costruiti, negli anni ’40, per semplificare e accelerare calcoli di ingegneria e militari. Successivamente comparvero i calcolatori analogici. L’esempio più significativo fu il Mark, una macchina che eseguiva i calcoli partendo da sequenze matematiche.
Computer a scheda. Per trasmettere l’informazione utilizzava schede perforate, che possono essere dunque considerate i primi file. L’avvento dell’elettronica nello sviluppo dei calcolatori numerici permise di azionare un circuito “aperto/chiuso” parecchie centinaia di migliaia di volte al secondo, e di evitare il ricorso a dispositivi meccanici.
Il primo calcolatore digitale fu l’Eniac, utilizzato dall’esercito Usa (1943), per l’elaborazione di tavole balistiche. Nel 1956 vennero introdotti i primi elaboratori commerciali dotati di una unità a dischi fissi (hard disk) per la memorizzazione dei dati. Nel 1970 fecero il loro debutto i primi floppy disk Ibm (da 8 pollici), che potevano contenere diversi file.