Ne abbiamo già parlato qui: l'attesa per l'imminente sbarco del 3D sulla PS3 è grande. Si avvicina sempre più questa svolta epocale nell'ambito videoludico, ma vogliamo scendere nel dettaglio ed analizzare quanto lungo sia questo passo che Sony s'accinge a fare: che sia più lungo della fatidica gamba?
Premettiamo subito che, per sfruttare il 3D, sarà necessario possedere un televisore LCD idoneo, dotato di connessioni HDMI 1.4, le uniche in grado d'interpretare correttamente questo genere di segnale. A questo punto sorge una domanda: come può trasmettere la PS3, che ha una porta HDMI 1.3, un segnale stereoscopico ad una di nuova generazione? Uscirà per questo una nuova PS3? La risposta è contenuta nell'aggiornamento che abbiamo preannunciato: l'HDMI in questione si aggiornerà come per magia (anche se, non avendo hardware di ultimissima generazione, sarà priva di alcune funzionalità, riguardanti soprattutto gli effetti audio).
Analizzando, la resa grafica, va ricordato che la tridimensionalità viene resa grazie ad una rapida alternanza di immagini complementari, quindi il valore di fps si dimezzerà, a discapito della fluidità di gioco. Si rischierà -nei giochi dalle grafiche più dettagliate e "pesanti" - di scendere fino a 15 fps effettivi: troppo poco per una console moderna. Sarà inoltre importantissimo non perdere mai nessun frame e non avere alcuna distorsione nella singola immagine, perché diventerebbe estremamente fastidioso e stressante per gli occhi dei giocatori. La risoluzione del singolo frame stereoscopico sarà poi di 720p (e non di 1080p), ma sarà la console ad effettuare un upscaling ed in questo farà la differenza l'antialiasing, che dovrà essere impeccabile.
Termini tecnici a parte, gli sviluppatori dovranno davvero sudare sette camicie per ottenere risultati soddisfacenti e realmente coinvolgenti dai loro futuri videogames 3D: siamo certi che molte software house cercheranno altre direzioni per stupire il proprio pubblico, ad esempio raffinando l'ormai "superato" HD, oppure puntando su gameplay sempre più originali (Braid ne è un esempio) e grafiche per così dire artistiche (Folklore e Borderlands, giusto per citarne un paio). E non dimentichiamoci dei tanti nostalgici che si stanno rifugiando nel retrogaming: immaginiamo che il futuro avrà anche un occhio rivolto al passato!