Santa Cruz, California, ufficio centrale della polizia. Un quadratino inizia a lampeggiare su una mappa: è un autorimessa in un'area periferica della città. Un sistema elettronico invia in zona alcune pattuglie, che dopo qualche ora di appostamento arrestano due donne intente a rubare un'auto. Una di esse aveva in tasca anche della droga.
No, non è il seguito di Minority Report, il film di Spielberg che per primo ha portato sugli schermi la polizia predittiva, ma una routine operativa adottata ormai da sei mesi dalla polizia di Santa Cruz e sviluppata in collaborazione con la University of California.
Le 10 armi anti terrore definitive
A che ora è il prossimo crimine?
Nel 2006 un team di specialisti formato da matematici, antropologi, criminologi ed esperti di informatica ha iniziato a lavorare a un algoritmo che elabora modelli statistici in grado di prevedere dove e quando avverrà un crimine. Il software, che al momento viene impiegato solo nel contrasto ai reati contro la proprietà, soprattutto furti di auto e in appartamenti, raccoglie informazioni dai casellari giudiziari di tutto il paese e le incrocia con dati estrapolati dalle comunicazioni via radio delle pattuglie.
L'algoritmo produce ogni giorno una lista delle 10 aree della città dove è più alta la probabilità che avvenga un crimine. In queste zone la polizia si limita a farsi vedere un po' di più, con passaggi più frequenti rispetto alla norma, esercitando quindi una mera azione di dissuasione.
Sulle rotte del crimine
Meno furti, meno costi
Il sistema funziona insomma in modo del tutto simile alle previsioni del tempo: in base a una serie di dati ipotizza, con un margine di attendibilità variabile, cosa succederà nelle prossime ore.
I primi sei mesi di sperimentazione hanno dato risultati incoraggianti: a Santa Cruz i furti sono diminuiti del 27% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente e il 40% delle segnalazioni del sistema ha portato ad un arresto in flagranza di reato.
Sean Malinowski, uno dei dirigenti della La polizia di Los Angeles che sta seguendo con grande interesse l'esperimento, sottolinea che PredPol non vuole in alcun modo sostituirsi all'intuito e all'esperienza degli agenti che pattugliano il territorio, ma anzi vuole mettere a loro disposizione tutta la potenza delle nuove tecnologie.
Nei prossimi mesi l'obiettivo della polizia e degli scienziati che lavorano al progetto è quello di estendere il test ad altri tipi di crimine, per esempio agli scontri tra bande.
Per approfondire la notizia
La notizie della partenza della sperimentazione e le implicazioni degli algoritmi predittivi