Innovazione

Porte sicure con le smartcard? Non proprio...

Esperti di sicurezza tedeschi violano la sicurezza delle smartcard.

Un gruppo di ricercatori tedeschi ha violato il sistema di protezione Rfid utilizzato dalla Nasa: nessuna porta è più al sicuro? Non proprio, perché in realtà basterebbe aggiornare l'intero sistema di sicurezza.

“Era solo dimostrazione per mostrare le falle nei attuali sistemi Rfid”

Chip Rfid - Il futuro è la tecnologia NFC (Near Field Communication) che ci consentirà di pagare i nostri acquisti usando il cellulare, aprire la porta della camera d’albergo e tanto altre attività ancora solo immaginabili solo qualche anno fa. Il presente, invece, è l’Rfid, ovvero dei microchip presenti nelle schede “intelligenti” che permettono di identificare cose e oggetti inviando un segnale radio a degli appositi scanner. Sono largamente utilizzati e, almeno teoricamente, garantiscono livelli di sicurezza elevatissimi.

Uso diffuso - Vi basti pensare che vengono impiegate per i sistemi di pagamento automatici di innumerevoli reti di trasporto pubbliche e perfino l’ente spaziale statunitense ha scelto questa tecnologia per proteggere gli accessi ai suoi laboratori. Possiamo, quindi, dormire sonni tranquilli grazie a queste smartcard?

Prova hacker - Sembrerebbe proprio di no, perché un gruppo di ricercatori tedeschi è riuscito a clonare una di queste schede, “fregando” la famigerata protezione Mifare, sviluppata da NXP Semiconductors - azienda leader nel settore della sicurezza - nonché sussidiaria di Philips. Il gruppo di esperti ha prontamente rassicurato gli utenti perché la versione del sistema di sicurezza violata è in realtà obsoleta, tant’è che verrà dismessa entro la fine dell’anno, mentre quelle successive rimangono tuttora impenetrabili. Per ottenere questo risultato, gli scienziati - oppure pirati, se preferite - hanno dovuto ripetere più e più volte le misurazioni del campo magnetico attorno ai chip Rfid, sia durante la fase di lettura che durante quella di scrittura. Ed è proprio attraverso variazioni minime dell’intensità di corrente è stato possibile sferrare l’attacco vincente.

Urge update - La soluzione più semplice ed efficace che dovrà, a questo punto, apprettarsi a implementare NXP, è l’aggiornamento di tutte le interfacce all’ultima versione EV1, che non è esposta a questo genere di rischio. Non è ovviamente d’accordo chi ha già adottato questa tecnologia, perché teme che sia solo questione di tempo prima che il nuovo sistema di crittografia sia nuovamente compromesso.

iPhone più smart? - Peccato soltanto che - tra le novità dell’iPhone 4S - non figuri ancora l’integrazione del modulo NFC. Dovremo aspettare, con tutta ogni probabilità, la quinta generazione di melafonino perché i dubbi che iniziano a serpeggiare potrebbero favorirne la diffusione.

A nostro avviso, bene hanno fatto Nokia e Google ad investire in questo sistema nei loro nuovi modelli, perché abbiamo la sensazione che le chiavi di casa del futuro saranno i nostri fidati smartphone. (sp)

12 ottobre 2011 Luca Busani
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