La diga Belo Monte, sul fiume Xingu, in Brasile, ha alzato un gran polverone di polemiche proveniente da ogni dove: inanzitutto vi è il problema della massiccia deforestazione dell'Amazzonia, in secondo luogo vi sono critiche per lo spostamento coatto degli indigeni del luogo ed infine, ultima ma non ultima, vi sono le ripercussioni che riguardano l'effetto serra.
Dopo le numerose manifestazioni in tutto il mondo contro la creazione di questa enorme diga con annessa centrale idroelettrica, che sarà la terza più grande al mondo, il National Insitute for Amazon Research a Manaus, in Brasile, lancia quest'ultimo allarme di natura ecologica: questa struttura, infatti, potrebbe rilasciare nell'atmosfera grandi quantità di gas metano, pericoloso dal punto di vista dell'effetto serra. Inoltre, si creeranno ammassi di materiale in decomposizione lungo la diga, i quali rilasceranno ulteriori quantità di gas serra. Oltre al pericolo ambientale, vi sono anche altri punti focali della protesta: sarà necessario abbattere moltissimi alberi per lasciare spazio a questa costruzione e gli abitanti locali dovranno trovare altra sistemazione altrove (si ipotizza vengano coinvolte 30mila persone). Nonostante tutti questi problemi, il governo ha dato l'ok ed i lavori sono iniziati a Giugno: quando la costruzione sarà ultimata, si pensa nel 2015, la centrale produrrà più di 11mila megawatt di elettricità; il costo totale dell'operazione sarà di 16 miliardi di Dollari. (ga)
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