Inghiottire una pillola prima di una maratona potrebbe salvarci la vita. All'Università di Radboud, a Nijmegen (Olanda), è allo studio una speciale capsula con all'interno un chip che, inghiottita prima di uno sforzo fisico prolungato, come può esserlo una maratona, permetterà ai medici di tenere sotto controllo lo stato di salute dei partecipanti alle "stra-cittadine". In modo da poter accorrere immediatamente ai primi sintomi di malessere. Gli olandesi ci tengono molto: a luglio dell'anno scorso, durante la quattro giorni podistica di Nijmegen, sono morte due persone a causa dello sforzo e del caldo. La pillola-chip misura la temperatura corporea a intervalli regolari e trasmette il dato a un computer che lo confronta con le misurazioni di riferimento. Se la temperatura del maratoneta sale o scende troppo, si accende un campanello d'allarme e i medici intervengono. Al momento l'esperimento riguarda 60 corridori, che a fine giornata si sottopongono anche ad analisi del sangue per valutare il loro stato di disidritazione. E fino ad ora le notizie non sono incoraggianti: «Dall'inizio della sperimentazione abbiamo scoperto che in media il 20% degli atleti non beve quanto dovrebbe. Qualcuno addirittura sta sotto al litro d'acqua ogni 50 km. Che è davvero troppo poco, visto che durante una maratona si può arrivare a perdere fino a 1 chilo e mezzo di peso», spiega la fisiologa Maria Hopman, curatrice della ricerca.