di Alessia Vicinanza
Se avrai mai la fortuna di viaggiare nello spazio bada bene a non commuoverti fino alle lacrime: in assenza di gravità non puoi piangere. Un bel problema!
"Le lacrime si condensano in "palline" e non si dispergono"
Lacrime amare - La conferma l’ha data, suo malgrado, l’astronauta Andrew Feustel, in missione insieme a Michael Fincke. I due stavano collegando alcuni cavi dell’elettricità dalla parte americana a quella russa della Stazione Spaziale Internazionale, quando un fiocco di antiappannante è finito nell’occhio dell’astronauta, facendolo lacrimare. Peccato che il liquido non sia mosso di un millimetro, provocandogli fastidio e nonché dolore.
Bando all’emotività - L’assenza di gravità impedisce alla lacrima di scendere come fa qui sulla Terra. Rimane quindi attaccata all’occhio, irritandolo leggermente: Feustel ha dovuto asciugarsi con l’aiuto della spugnetta abitualmente usata per il naso quando si verifica un cambiamento di pressione. In alternativa, come fa notare l’astronauta Ron Parise, avrebbe dovuto attendere che ci fosse sufficiente liquido da staccarsi e disperdersi. Sarebbe, però, un po’ troppo masochistico. Diciamo che, nello spazio, la soluzione migliore è comportarsi da duri, e non piangere mai. (sp)