Finalmente ci siamo: oggi è il Day One. Ad essere precisi, anche ieri lo era, ma per un altro prodotto: a distanza d'un giorno soltanto, infatti, sono stati lanciati sul mercato prima l’iPad 2, poi il Nintendo 3DS, e proprio di quest’ultimo vogliamo parlarvi adesso. Dopo tanto rumore, potrete finalmente toccare con mano la console portatile più attesa dell’anno, ma fate attenzione: potreste essere tra gli sfortunati che non riusciranno mai a sopportarla, o quantomeno a godere appieno dell’autostereoscopia.
Con il 3DS, per la prima volta una casa produttrice decide di distribuire un nuovo modello che, già alla nascita, si preclude una fetta di mercato, a causa della principale innovazione tecnologica che porta con sé. Sembra quasi un controsenso per un’azienda che ha ambizioni planetarie, eppure i creatori di Super Mario hanno messo da subito le cose in chiaro, sconsigliandone l’uso ai bambini in età prescolare ed a tutte quelle persone che sono affette da gravi disturbi della vista, come alcune forme di strabismo e d’astigmatismo. D’altra parte, le associazioni di consumatori ci hanno ormai abituati ad azioni giudiziarie eclatanti per questioni di ben minore importanza, quindi in casi come questo tutelarsi è d’obbligo. Ad ogni modo, Nintendo ha pensato bene d’installare a lato dello schermo superiore della console una sorta di piccolo potenziometro, che consente di regolare l’intensità dell’effetto 3D ed eventualmente di disattivarlo. Questo procedimento non impedisce, però, di utilizzare ugualmente i giochi sviluppati ad hoc, passando ad una visualizzazione bidimensionale di stampo classico: l'autostereoscopia diventa pertanto un valore aggiunto e non parte attiva ed integrante del sistema di gioco. In questo modo, la vera novità viene relegata alla funzione di semplice orpello e le perplessità in merito aumentano.
Noi che l’abbiamo già provato vi possiamo confermare che quanto è stato detto in passato sul 3DS è corretto: il display non è dei più ampi, va tenuto alla giusta distanza dagli occhi ed in posizione perfettamente frontale, la luce ambientale non deve essere né troppo intensa né troppo fioca, la batteria dura sensibilmente meno di quella dei suoi predecessori e dopo alcuni minuti d’utilizzo può capitare di perdere lievemente il senso di profondità nel mondo reale; bisogna, però, ammettere che la sensazione è davvero forte e l’esperienza di gioco diventa super coinvolgente. Ci auguriamo caldamente che, tra le tante software house esistenti, qualcuna decida di correre il rischio e sviluppi finalmente un titolo innovativo, che sfrutti pienamente questa terza dimensione; e voi, invece, accantonate per un attimo critiche ed elogi e date almeno un’occhiata - è proprio il caso di dirlo - dal vivo a quello che potrebbe essere il primo assaggio del futuro del settore videoludico.
(ga)